All’ombra dell’Abbazia: partono gli incontri per la riscoperta di un simbolo della città
4 min di letturaLamezia Terme, teatro di Sant’Eufemia, all’ombra dell’Abbazia: dialoghi di storia e archeologia, organizzati dalla Presidenza del Consiglio Comunale e dall’Assessorato alla Cultura di Lamezia Terme
Nell’ottica di rivalutazione delle periferie e dei monumenti che rappresentano la città, l’amministrazione si sta spendendo molto al fine di portare l’attenzione su dei beni che rivestono un enorme interesse culturale e storico.
Mentore di questo evento, il professor Eugenio Donato, docente di Archeologia Medievale presso l’Università di Messina, da anni studia il territorio lametino e ha diretto e coordinato campagne di scavi archeologici. L’Abbazia, il Castello di Nicastro, la chiesa dei Santi Quaranta Martiri alle Terme di Caronte, sono solo alcuni dei tesori presi in considerazione dal professore.
L’origine di alcuni toponimi come Sant’Eufemia, ma soprattutto “Passato, presente e futuro dell’Abbazia benedettina di Sant’Eufemia: vecchie ricerche e nuovi scavi” sono stati gli spunti riflessivi sui quali operare delle concrete azioni di recupero. In occasione di ogni appuntamento, verrà stampato e distribuito un depliant, il cui editing è curato dalla sede lametina dell’Università Telematica Unipegaso.
Giorgia Gargano, Assessore alla Cultura nel Comune di Lamezia Terme, ci dice: “Siamo in in procinto di riaprire l’Abbazia al pubblico dopo l’interruzione del mese di giugno. Per tutto il mese di maggio ci sono state le scolaresche a cui abbiamo offerto visite guidate, laboratori di archeologia, gratuitamente curate dai ragazzi del servizio civile che fanno il tirocinio il comune. Ora è il nuovo turno dei ragazzi che si sono formati nel mese di giugno, riparte con l’apertura dell’Abbazia e le visite guidate per tutti. Oggi è proprio il giorno che vuole invitare a questa iniziativa del comune. Teniamo particolarmente all’Abbazia, intanto perché in questo momento è l’unico grande parco archeologico della città che è aperto. Non è solo un contenitore come nel passato di spettacoli di eventi meravigliosi, abbiamo avuto il cinema, il teatro, la danza, il musical dell’Abbazia, ma prima di essere un parco archeologico, è un parco, quindi un luogo dove la gente deve poter entrare tutti i giorni tranquillamente a distendersi, a quell’aria meravigliosa, tra l’altro c’è sempre una brezza, anche nei giorni di peggiore caldo. Quindi è questa la nostra proposta è che la città possa riprendersi questo luogo meraviglioso”.
“Questa è un’occasione importante per fare il punto sulle ricerche dell’Abbazia di Sant’Eufemia – afferma il Prof. Donato, – ma non solo sul monumento ma su tutta la città di Sant’Eufemia e la Piana lametina, sul suo Golfo, che ancora oggi chiamiamo Golfo di Sant’Eufemia. Sappiamo che dietro questo nome c’è una storia secolare, quindi che non riguarda soltanto i ruderi che conosciamo dell’Abbazia Benedettina, dove sono in corso indagini archeologiche che pure hanno prodotto risultati straordinari, ma la ricerca stessa che interessa tutto il territorio”.
Anche Giancarlo Nicotera, Presidente del Consiglio Comunale, ha un sogno “creare un percorso turistico che vada proprio da quello che è il castello fino a scendere a quelle che sono le chiese di Sambiase, il museo Diocesano fino ad arrivare a Terina, per concludersi all’Abbazia Benedettina, collegato con un discorso enogastronomico in tutto il territorio”.
Il Sindaco, Paolo Mascaro, ci ricorda che, sin da subito, “Le attenzioni dell’amministrazione comunale e dell’Assessore Gargano si sono concentrate sul rendere fruibili questi luoghi, come l’Abbazia. Credo che sia un posto storico culturale di particolare importanza e che necessita di ulteriore valorizzazione. Non dimentichiamo che lì c’è un tesoro che non è visibile, inesplorato, e sul quale bisogna investire, così facendo ci sarà veramente la fortuna, non solo di Lamezia ma dell’intera regione Calabria”.
Un ringraziamento particolare va all’ospitalità della Parrocchia dei Missionari Vincenziani di San Giovanni Battista, che ha reso disponibile il teatro nel quale si è svolto l’evento e che più volte ha concesso l’uso della sala per iniziative di carattere sociale e culturale.