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Turismo e carenza di personale, Lo Papa chiede un tavolo istituzionale

3 min di lettura
Fortunato Lo Papa

Le spiagge iniziano ad essere già piene, le fila degli ombrelloni affollate da chi cerca una tintarella, i ristoranti pieni e così anche i locali

Comunicato Stampa

I tempi sono ormai maturi perché si ragioni con fermezza e con un approccio realistico e propositivo di turismo, legandolo allo sviluppo del territorio.

Temi dei quali non si può ragionare senza valutare la carenza di personale nel settore. Anzi, questo deve essere il filo rosso sul quale lavorare per poi andare ad implementare tutte le altre strategie.

«È necessario lavorare ad un patto tra forze sindacali dei lavoratori e delle aziende per trovare soluzione al problema. Servono condizioni di lavoro più dignitose, contrattazione di secondo livello per migliorare le retribuzioni, politiche attive e formazione per i lavoratori per migliorarne i profili professionali», dice Fortunato Lo Papa, segretario Fisascat Cisl Calabria che della situazione ha il polso e spiega che «le motivazioni che hanno reso il settore meno appetibile per i lavoratori sono tante, a partire dalla necessità spesso di convertirsi ad altre attività perché in cerca di maggiore stabilità economica e migliori condizioni di vita e di lavoro».

«Dopo il Jobs Act gli stagionali del turismo si sono ritrovati persino l’indennità di disoccupazione dimezzata, ed è chiaro che non si può trascorrere l’anno attendendo due/tre mesi di lavoro. Bisognerebbe piuttosto ragionare su una stagionalizzazione prolungata così come avviene in altre regioni», commenta il cislino che aggiunge poi che a pesare sono anche «il crollo demografico complessivo che prosciuga il bacino dei potenziali lavoratori stagionali e le condizioni lavorative nel settore, spesso insostenibili, con grandi carichi di lavoro concentrati in pochi mesi e salari mediamente bassi».

Tanti gli elementi sui quali riflettere, insomma, e sui quali ragionare con una visione costruttiva.

Ecco perché, insiste Lo Papa, «nell’interesse dei lavoratori e delle aziende, bisogna sedersi a un tavolo e costruire le condizioni per cui il settore possa offrire un impiego stabile con prospettive di crescita professionale ed economica».

«Inutile perdersi attorno a frasi fatte e polemiche inutili – aggiunge il sindacalista – che torna a proporre il Patto per Lavoro nei settori stagionali ma non solo. La regione Liguria, ad esempio, che lo ha adottato ha erogato bonus assunzionali per incentivare le aziende turistiche affinché garantiscano l’apertura dell’attività per periodi più lunghi, con un aumento sia in termini numerici che di durata dell’occupazione degli addetti».

Da anni la Fisascat Calabria propone questo strumento ma non ottiene ascolto. È il momento, invece, di ragionare. Di ridare dignità e lavoro, di riscoprire il welfare e di fare ripartire le imprese.

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