La Rivolta di Reggio Calabria negli atti parlamentari
4 min di letturaIl prossimo 8 luglio sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, sarà disponibile la conversazione, organizzata dal Circolo Culturale “L’Agorà”, sul tema “La Rivolta di Reggio Calabria negli atti parlamentari”
Comunicato Stampa
La conversazione organizzata dal sodalizio culturale reggino è la prima di una serie di conversazioni sulla Rivolta che faranno parte del nuovo programma sui Moti del 1970.
L’espressione moti di Reggio (anche fatti di Reggio o rivolta di Reggio Calabria) indica una sommossa popolare avvenuta a Reggio Calabria dal luglio del 1970 al febbraio del 1971, in seguito alla decisione di collocare il capoluogo di regione a Catanzaro nel quadro dell’istituzione degli enti regionali.
Il Circolo Culturale “L’Agorà” non è nuovo a queste iniziative, organizzando a far data dal 2000 diversi momenti di riflessione su tale periodo storico che rappresenta la ribellione urbana più lunga che la storia della nostra repubblica ricordi, con migliaia di feriti, arresti, diverse vittime sia tra i civili che tra le forze dell’ordine. Tutto ebbe inizio il 5 luglio quando l’allora sindaco, Piero Battaglia (DC), con il suo “Rapporto alla città”, informò i reggini dell’accordo politico-istituzionale fatto a Roma, sull’asse Catanzaro-Cosenza, ai danni di Reggio Calabria.
Al centro della questione la decisione, appoggiata da Roma, di scegliere Catanzaro come sede del capoluogo della Calabria, una decisione caldeggiata e favorita in particolare dai politici cosentini Riccardo Misasi e Giacomo Mancini, all’epoca influenti l’uno nella DC, l’altro nel PSI, e ritenuti i veri responsabili di questo “furto del capoluogo”. Tutto ebbe inizio il 5 luglio quando l’allora sindaco, Piero Battaglia (DC), con il suo “Rapporto alla città”, informò i reggini dell’accordo politico-istituzionale fatto a Roma, sull’asse Catanzaro-Cosenza, ai danni di Reggio Calabria.
Al centro della questione la decisione, appoggiata da Roma, di scegliere Catanzaro come sede del capoluogo della Calabria, una decisione caldeggiata e favorita in particolare dai politici cosentini Riccardo Misasi e Giacomo Mancini, all’epoca influenti l’uno nella DC, l’altro nel PSI, e ritenuti i veri responsabili di questo “furto del capoluogo”.
Fu la scintilla di una rivolta che diventerà inarrestabile all’indomani della decisione di convocare a Catanzaro la prima seduta del neo eletto Consiglio regionale della Calabria.
I Moti di Reggio hanno creato un solco profondo nel territorio regionale ed il famoso “pacchetto” Colombo, di cui il pezzo più consistente era il Centro siderurgico di Gioia Tauro che, da solo, avrebbe dovuto dare occupazione a 7.500 operai, si è disciolse come neve al sole. Dietro la facciata del campanile, l’oggetto vero dei moti era il controllo della Regione come nuovo grande centro di potere e di erogazione di risorse.
La città sede del governo regionale avrebbe beneficiato di migliaia di assunzioni e i partiti al governo avrebbero avuto un grande vantaggio clientelare.
Il Circolo Culturale “L’Agorà” non è nuovo a queste iniziative, organizzando a far data dal 2000 diversi momenti di riflessione su tale periodo storico che rappresenta la ribellione urbana più lunga che la storia della nostra repubblica ricordi, con migliaia di feriti, arresti, diverse vittime sia tra i civili che tra le forze dell’ordine.
I moti di Reggio Calabria sono stati oggetto di duro confronto nelle aule istituzionali, comprese quelle di Palazzo Montecitorio. Ritornando al tema organizzato dal sodalizio culturale reggino, parteciperà in qualità di relatore l’onorevole Fortunato Aloi che nel corso del suo intervento analizzerà diversi aspetti che furono oggetto di duri confronti dialettici nel corso di diverse sedute svoltosi presso il Parlamento della Repubblica italiana.
La rivolta di Reggio rappresenta la ribellione urbana più lunga che la storia della nostra repubblica ricordi, con migliaia di feriti, arresti, diverse vittime sia tra i civili che tra le forze dell’ordine. Diversi sono gli accadimenti che si verificarono nella Città dello Stretto e che ancora su molti dei quali cala una fitta serie di interrogativi ancora irrisolti.
Tenuto conto dei protocolli di sicurezza anti-contagio e dei risultati altalenanti della pandemia di COVID 19 e nel rispetto delle norme del DPCM del 24 ottobre 2020 la conversazione sarà disponibile, sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, a far data da venerdì 8 luglio.