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Lamezia. Tribunale del Riesame rigetta appello a cittadino lametino

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Nell’ambito della maxi operazione antidroga a Lamezia, il Tribunale del Riesame di Catanzaro, presieduto dal dott. Filippo Aragona, ha rigettato l’appello con il quale la Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro ha chiesto l’applicazione della misura cautelare in carcere per l’indagato Gatto Gino, difeso dall’avv. Armando Chirumbolo

Comunicato Stampa

L’Operazione in questione, che fa riferimento alla cosiddetta ipotesi di “droga parlata”, è stata condotta dalla Squadra Mobile di Catanzaro e dal Commissariato di Lamezia Terme, con il supporto di equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine e di unità cinofile e conta 99 indagati a vario titolo.

Nell’ambito del procedimento, Gino Gatto è indagato, tra le altre cose, “in concorso morale e materiale con altri indagati, per aver compiuto, con più azioni del medesimo disegno criminoso, atti idonei, diretti in modo non equivoco, a costringere la proprietaria di un noto ristorante della città a corrispondere, a titolo estorsivo, delle somme di denaro mediante la minaccia di atti ritorsivi e l’apposizione di una bottiglia incendiaria e proiettili di arma da fuoco al portone di ingresso dell’attività”.

Il Tribunale del Riesame di Catanzaro, in accoglimento della linea difensiva, ha ritenuto che la sussistenza delle esigenze cautelari e di adeguatezza della custodia in carcere operano solo in caso di attualità dei rischi che le misure cautelari mirano a prevenire, ma nel caso concreto il requisito dell’attualità è assente, visto il lungo tempo trascorso dai fatti, e, quindi, ha rigettato la richiesta di arresti avanzata dalla D.D.A. di Catanzaro nei confronti di Gino Gatto, che rimane libero.