Inflazione Italia 2022, ‘carrello spesa’ a +9,1%
5 min di letturaPrezzi al top dal 1984
Inflazione in Italia, accelera a luglio il ‘carrello della spesa‘.
I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona passano da +8,2% a +9,1%, quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto da +8,4% a +8,7%. Si tratta di un aumento, rileva l’Istat, che non si osservava da settembre 1984.
L’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera da +3,8% a +4,1% e quella al netto dei soli beni energetici da +4,2% a +4,7%.
Su base annua rallentano i prezzi dei beni (da +11,3% a +11,1%), mentre accelerano quelli dei servizi (da +3,4% a +3,6%); si riduce, quindi, il differenziale inflazionistico negativo tra questi ultimi e i prezzi dei beni (da -7,9 di giugno a -7,5 punti percentuali).
L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto prevalentemente ai prezzi dei servizi relativi ai trasporti (+2,7%), degli alimentari lavorati (+1,5%), dei beni non durevoli (+0,6%) ed è frenato solamente dalla diminuzione dei prezzi alimentari non lavorati (-1,7%). Secondo le stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo cala su base mensile dell’1,1%, a causa dei saldi estivi di cui l’indice nazionale dei prezzi al consuno non tiene conto, e aumenta dell’8,4% su base annua (da +8,5% nel mese precedente).
I CONSUMATORI – “L’inflazione ancora elevatissima realizza un ‘massacro’ sulle tasche dei consumatori e avrà effetti pesantissimi sull’economia nazionale” dice in una nota il Codacons, commentando i dati, diffusi oggi dall’Istat. Secondo l’associazione il tasso di inflazione si traduce a parità di consumi in una maggiore spesa pari a +2.427 euro annui per la famiglia ‘tipo’, che raggiungono +3.152 euro annui per un nucleo con due figli, considerata la totalità dei consumi di una famiglia. “Siamo in presenza – commenta il presidente del Codacons, Carlo Rienzi – di una vera e propria emergenza nazionale che avrà effetti pesanti sull’economia e sulle condizioni economiche delle famiglie”.
“L’inflazione rimane ancora elevatissima a luglio con il tasso di crescita dei prezzi al dettaglio che raggiunge i livelli più alti degli ultimi 38 anni” afferma in una nota Assoutenti, commentando i preoccupanti dati sull’inflazione diffusi oggi dall’Istat. “Prosegue l’allarme sul fronte degli alimentari che anche a luglio registrano un’impennata record, aumentando addirittura del 10% rispetto allo scorso anno. Questo significa che una famiglia con due figli, solo per mangiare, deve mettere in conto una maggiore spesa in media pari a +749 euro annui, una stangata senza precedenti”, commenta il presidente Furio Truzzi. “Il governo – prosegue – deve intervenire abbandonando la politica dei bonus a pioggia, tagliando subito l’Iva sui beni primari come gli alimentari, in modo da portare ad una immediata riduzione dei prezzi al dettaglio e a benefici diretti per le famiglie”.
“E’ una catastrofe il rincaro dei prodotti alimentari e del carrello della spesa che dissanguerà definitivamente la casalinga di Voghera che va tutti i giorni al mercato e le famiglie più in difficoltà”. E’ quanto afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, in una nota. “Il governo – dice ancora – anche se in carica solo per il disbrigo degli affari correnti, può e deve intervenire, essendo un’emergenza nazionale che richiede un atto urgente. I prossimi 14,3 miliardi del dl aiuti bis vanno destinati a frenare l’inflazione galoppante, altrimenti qualunque altro intervento, come l’anticipazione di 3 mesi della rivalutazione delle pensioni, è destinato ad essere bruciato dal rialzo dei prezzi e dalla riduzione del potere d’acquisto delle famiglie” conclude Dona.
CONFESERCENTI – “Inflazione ed incertezza pesano sui consumi delle famiglie e sui margini e vendite delle imprese: pur essendo in lieve rallentamento, infatti, la dinamica in rialzo dei prezzi, con tutta la sua pericolosità, continua a incidere sui comportamenti di acquisto e a diffondersi a tutti i settori” scrive in una nota Confesercenti a commento dei dati diffusi oggi dall’Istat sui prezzi al consumo di luglio.
“Il carrello della spesa, cioè i beni a più elevata frequenza di acquisto, è aumentato del 9%: secondo le nostre stime, nel secondo semestre ci potrà essere una riduzione dei consumi dell’ordine di 3 miliardi circa a causa degli aumenti di prezzo. Il rischio di precipitare in un autunno austero non può essere sottovalutato, per questo la linea, giustamente tracciata dal Governo, di intervenire per calibrare i prezzi degli energetici e sostenere le famiglie va assolutamente proseguita, con tutti gli interventi necessari volti a sostenere i consumi e a frenare la spirale inflazionistica”, conclude la nota.
FEDERDISTRIBUZIONE – “Il carrello della spesa, come da nostre attese, dopo mesi di crescita ad un tasso inferiore rispetto a quello dell’indice dell’inflazione generale, ha accelerato la sua corsa, allargando gradualmente la forbice” scrive in una nota Carlo Alberto Buttarelli, Direttore Ufficio Studi e Relazioni con la Filiera di Federdistribuzione.
“Continuiamo a registrare un aumento dei costi di produzione dei beni di largo consumo su cui impattano diverse esternalità negative, tra cui gli aumenti dei beni energetici e delle materie prime, oltre agli effetti pesanti della siccità, che gravano in maniera significativa sulle filiere agroalimentari italiane”.
“Anche in questo momento di transizione politica è più che mai urgente continuare a sostenere in modo concreto e con tutte le azioni possibili le imprese e il potere d’acquisto delle famiglie, in particolare quelle delle fasce a reddito basso e con figli”, aggiunge Buttarelli.
“In questi mesi – prosegue – le aziende della Distribuzione Moderna, con grande senso di responsabilità verso le famiglie, sono riuscite a non scaricare sui consumi tra i 2 e i 3 punti d’inflazione registrati in fase d’acquisto. Questa situazione è sempre meno sostenibile dalle imprese, poiché ne mette a rischio la tenuta economica. Quindi l’aumento dei prezzi si sta gradualmente scaricando sul carrello della spesa, e in una fase di forte incertezza economica, le famiglie ricercheranno sempre di più risparmio e convenienza. Una congiuntura che potrebbe compromettere nei prossimi mesi i consumi, in particolare dei prodotti agroalimentari di qualità, fiore all’occhiello delle filiere italiane di eccellenza”, conclude Buttarelli.