Coldiretti Calabria: effetto valanga sui prezzi nello scaffale
3 min di letturaPreoccupa in autunno impennata dei costi per frantoi e serre
Comunicato Stampa
Il caro energia si scarica a valanga sul carrello della spesa con rincari che ad esempio vanno dal 34% per il burro al 15% per le uova.
E’ quanto emerge dallo studio della Coldiretti che ha stilato la black list degli aumenti sullo scaffale sulla base delle rilevazioni Istat sull’inflazione ad agosto 2022, che con un valore del +8,4% ha raggiunto il record dal 1985 mentre i beni alimentari salgono addirittura del 10,2% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.
A far segnare i maggiori rincari sono i prodotti di base dell’alimentazione delle famiglie che subiscono gli effetti dell’aumento dei costi energetici e di produzione alimentati dalla guerra in Ucraina, abbinati al caldo record e alla siccità, che – sottolinea la Coldiretti – costringono i consumatori a tagliare gli acquisti soprattutto tra le famiglie più deboli che stanno aumentando sempre di più. A tutto questo che già stiamo toccando con mano Coldiretti aggiunge che in autunno, senza interventi tempestivi ci sarà una forte impennata dei costi per aziende agricole, frantoi e serre.
Siamo ancora a macine chiuse nei frantoi ma Coldiretti Calabria calcola un aumento di almeno del 220% dei costi di produzione per comparti importantissimi per l’economia agricola calabrese come l’olivicoltura, l’orticoltura in serra, la floricoltura. Senza tenere in considerazione -prosegue Coldiretti – i costi per l’imbottigliamento dell’olio, il vetro, i tappi, i contenitori di latta e la logistica. Diversi frantoi – riferisce Coldiretti Calabria – potrebbero non aprire e questo si ripercuoterebbe inevitabilmente sull’annata olivicola che penalizzerà inevitabilmente i produttori.
Quindi, corrono i prezzi sia per le famiglie ma colpiscono duramente l’intera filiera agroalimentare a partire dalle campagne – denuncia la Coldiretti – dove più di 1 azienda agricola su 10 (13%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività ma ben oltre 1/3 si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dei rincari.
In agricoltura si registrano infatti aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio fino al +300% delle bollette per pompare l’acqua per l’irrigazione dei raccolti. Aumenti che riguardano l’intera filiera del cibo con costi indiretti che – evidenzia Coldiretti – vanno dal vetro rincarato di oltre il 30% in più rispetto allo scorso anno, al tetrapack con un incremento del 15%, dal +35% delle etichette al +45% per il cartone, dal +60% costi per i barattoli di banda stagnata, fino ad arrivare al +70% per la plastica, secondo l’analisi Coldiretti. Davanti ad un quadro del genere – conclude Coldiretti – bisogna intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con interventi immediati per salvare aziende, stalle, l’economia agricola e agroalimentare e strutturali per programmare il futuro.
Domani potrebbe già essere molto tardi e questo impoverirebbe ancora di più il tessuto economico della nostra regione.