Solidarietà e vicinanza per coloro che difendono il lavoro e la libertà
2 min di letturaLa libertà è, o dovrebbe essere, il faro che illumina la coscienza di ogni cittadino e, quando un individuo agisce ciò in nome della libertà, lo fa anche per la comunità intera
Italexit con Paragone – Calabria, dunque, esprime vicinanza e la massima solidarietà ai cinquantaquattro cittadini catanzaresi cui sono stati recapitati altrettanti avvisi di conclusioni indagini, emessi dalla Procura di Catanzaro nell’ambito di un’indagine condotta dalla Digos del capoluogo calabrese, per aver manifestato pacificamente – lo ribadiamo: pacificamente – il proprio concetto di libertà.
Correva l’anno 2020, infatti, quando eravamo nel pieno della pandemia e questi onesti e coraggiosi cittadini altro non hanno fatto che organizzare «riunioni in luogo pubblico o aperto al pubblico senza dare preventivo avviso al Questore», si può leggere nel provvedimento. Una motivazione risibile, a fronte delle legittime manifestazioni contro le incredibili e anticostituzionali restrizioni che abbiamo conosciuto; peraltro, a mente fredda, non si può negare come le misure anti-Covid, alcune francamente ridicole, si siano dimostrate inefficaci. Di più: deleterie e controproducenti, nonché pericolose, e ci limitiamo a registrare, in tal senso, gli innumerevoli effetti avversi (morti improvvise e inspiegabili comprese) dovuti alla campagna vaccinale. Nessuno lo ammette, ma è evidente.
In quel delicato momento storico, dunque, cinquantaquattro liberi cittadini hanno avvertito l’urgenza di esprimere un concetto di libertà; hanno deciso che un fantomatico virus e una presunta emergenza non potevano impedire la normalissima vita quotidiana, né era e non è accettabile discriminare in base al possesso o meno del Green pass.
Senza entrare nel merito del provvedimento, nel massimo rispetto, delle autorità di pubblica sicurezza e giudiziarie,che sicuramente verrà impugnato, noi Italexit con Paragone, ci sentiamo di esprimere vicinanza e solidarietà per tutti coloro che difendono la libertà ed il lavoro, e non ci piace nemmeno questo modus operandi, ovvero di sbattere in “prima pagina” con nome e cognome, persone che fino a prova contraria, e senza aver nemmeno aver iniziato un eventuale processo, risultano innocenti.