Lamezia. Raffaele Mazza realizza nuovo tabernacolo della Chiesa dell’Addolorata
5 min di letturaDomenica 18 settembre 2022, festa della Madonna Addolorata, dopo la celebrazione eucaristica presieduta dall’Arcivescovo Emerito di Reggio Calabria, Sua Eccellenza Mons. Giuseppe Fiorini Morosini, è stato benedetto e presentato alla comunità il nuovo tabernacolo della Chiesa dell’Addolorata, ideato e realizzato da Raffaele Mazza
Dopo l’introduzione ad opera di Padre Enzo Arzente, che ha ringraziato il Maestro per la sua generosità, ripercorrendo brevemente la sua importanza carriera artistica, ha preso la parola Raffaele Mazza che ringraziando a sua volta Sua Eccellenza Mons. Morosini e Padre Enzo per le parole di stima e gratitudine, ha presentato la sua opera, che nasce, su personale e gentile richiesta del Sig. Luigi Rumoro, che in collaborazione con il Sig. Giuseppe Gentile, si è fatto portavoce della volontà dei Padri Minini nella persona di Padre Enzo Arzente, circa la possibilità di poter realizzare la nuova porta del tabernacolo della Chiesa dell’Addolorata di Lamezia Terme (Sambiase).
Nasce così l’ispirazione per un’opera d’arte unica, che viene donata in devozione alla Madonna Addolorata.
Una volta ispezionato l’intero complesso, è venuta alla luce una situazione molto particolare, data dall’umidità persistente e dall’avanzato stato di degrado della parte interna in cui versava il tabernacolo e l’interno della porta in metallo tamburata.
L’interno del tabernacolo, era stato parzialmente rivestito con sottili fogli di rame, che nascondevano le pareti della nicchia, le quali si presentavano rustiche, realizzata con tavole sorrette da una muratura promiscua, che mostrava irregolarità e asimmetrie estremamente evidenti, che hanno reso ancora più complessa la realizzazione del progetto.
L’aspetto strutturale e visivo era condizionato da incontrollati interventi di manutenzione che si sono succeduti nel corso di tanti anni e che hanno alterato ancor più irreversibilmente l’aspetto originale.
I fogli di rame interposti a coprire la parte rustica, nel tempo hanno subito una forte ossidazione che è stata coperta da strati di vernice, questo trattamento ne ha causato un forte odore chimico, dovuto probabilmente alla scarsa ventilazione, pertanto è stata obbligatoriamente necessaria un’opera bonifica, eliminando i fogli di rame, lavando e arieggiando accuratamente l’interno della nicchia.
Mazza ha cercato pertanto di rendere isolate e più omogenee possibile le pareti interne della nicchia, applicando dei pannelli in multistrato adornati da un panno glitterato dorato.
Per migliore la funzionalità è stato richiesto all’artista l’ampliamento della luce della porta e del relativo telaio, poiché rendeva difficile riporre perfino i calici in quanto estremamente piccola.
Per cui è stato necessario riconsolidare e riprogettare l’intero complesso provvedendo alla sostituzione della lastra di marmo frontale che è stata gentilmente omaggiata al sottoscritto dall’Azienda “Lamezia Marmi” di Pandolfo Giovanni & Figli.
Per la realizzazione della nuova porta sono stati utilizzati diversi materiali: lamiera zincata, multistrato, acciaio, rame, acrilico, vernici, pietre preziose, ceramiche e mistura con glitter e successivamente sono stati assemblati in linguaggio armonioso.
“Lo sfondo della porta e gli elementi metallici sono stati realizzati tramite battitura del metallo in particolare, la porta è stata realizzata con tre differenti effetti a richiamare i numeri biblici riferiti al 4, 40 e al 16.
- Il “4” si distingue per i quattro raggi perpendicolari che rappresentano la Creazione di Dio e la Croce di Cristo.
- Il “40” viene accostato ai quaranta raggi, che rimandano alle tante vicende riferite a questo numero tra cui: la quaresima, il diluvio universale, il cammino del popolo di Israele per 40 anni nel deserto.
- Il “16” è rappresentato da sedici raggi che scaturiscono glitterati rosso rubino, simboleggiano il sangue versato per la salvezza dell’umanità, proseguendo all’infinito ad effetto glitterato dorato, a rappresentare la luce di Cristo la divina energia che dà vita e luce a tutte le cose e prepara a ricevere lo Spirito Santo. Il numero sedici rimanda ai 16 nomi di Dio nell’antico testamento e inoltre rappresenta un simbolo d’amore che Dio ci dona se osserviamo i suoi comandamenti.
Il Sacro Cuore di Gesù è plasmato in rame che raffigura il Divino Amore, il Verbo che si è fatto carne attraverso l’Incarnazione, è circoscritto da dodici “zirconi” a simulare i dodici Apostoli nella loro missione di diffondere la Parola di Dio a tutte le nazioni del mondo.
È da evidenziare come la volontà di raffigurare il Sacro Cuore di Gesù sia stata casualmente condivisa con l’affresco del soffitto e in bassorilievo alla base dei candelabri.
Sul lato sinistro del Cuore è stato applicato un “granato”, che rievoca la ferita del costato e il Prezioso Sangue sgorgato per la nostra redenzione.
Il Cuore di Gesù viene circoscritto dalla corona di spina che rimanda all’agonia di Gesù sulla croce e alla sua sommità viene applicata una croce in acciaio che rappresenta la crocefissione di Cristo il suo ultimo sacrificio, che unitamente alle Fiamme realizzate in rame rappresentano l’amore ardente di Gesù per noi e il suo potere purificante e trasformativo.
L’interno della porta è stato modellato ad effetto 3d, trattato con diverse tonalità di colore oro e rosso, impreziosito con glitter dorati e rossi, segno della Gloria e dell’azione di Dio, al centro è stata applicata la riproduzione del pane, simbolo del Corpo di Cristo che spezzò nell’ultima cena con incisa la croce e il monogramma IHS.
Mons. Giuseppe Fiorini Morosini inoltre, in segno di gratitudine ha consegnato a Raffaele Mazza una targa di Benemerenza da parte dei Padri Minimi, i Servi di Maria e la Comunità Storica del Quartiere “Miraglia”. Con la seguente motivazione:
“Quale segno di gratitudine e riconoscenza per aver messo a disposizione della nostra comunità, con singolare generosità il suo particolare estro artistico per la realizzazione del nuovo tabernacolo presso la Chiesa della Beata Vergine Addolorata”.