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‘Ndrangheta: cosca Pesce, condannati 33 presunti affiliati

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Il palazzo del Cedir che ospita la Procura di Reggio Calabria, tribunale, giustizia

Sentenza del Gup di Reggio Calabria a conclusione del processo “Handover”

REGGIO CALABRIA. Sono stati tutti condannati i 33 imputati del processo “Handover-Pecunia Olet”, svoltosi con rito abbreviato davanti al Gup distrettuale di Reggio Calabria, Giovanna Sergi, scaturito da un’inchiesta condotta dalla Dda sulla cosca di ‘ndrangheta Pesce di Rosarno sulla base di indagini della Squadra mobile reggina, del Ros dei carabinieri e del Gico della Guardia di finanza.

Le condanne più pesanti, 20 anni di reclusione, sono state inflitte a Rocco Pesce ed a tre imputati omonimi, Antonino Pesce, mentre 18 anni e 8 mesi sono stati comminati a Giuseppe Cacciola.

A 14 anni sono stati condannati Savino ed Antonino Pesce ed a 13 un altro Antonino Pesce.

I reati contestati agli imputati erano associazione per delinquere di tipo mafioso e detenzione e porto illegali e ricettazione di armi, estorsione e favoreggiamento personale, aggravati dal metodo mafioso, e traffico di sostanze stupefacenti.

L’indagine che ha portato al processo, avviata nell’aprile del 2021 e nell’ambito della quale erano state arrestate, complessivamente, 53 persone, aveva consentito di disarticolare le proiezioni della cosca Pesce sia sul fronte delle attività tipicamente criminali connesse alla gestione del traffico di droga ed alle estorsioni ed al “controllo” delle commesse di lavori nel porto di Gioia Tauro, sia sul fronte economico-imprenditoriale, colpendo la gestione monopolistica da parte del gruppo criminale della grande distribuzione alimentare. (ANSA).

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