Spendere i fondi del Pnrr per rigenerare la scuola calabrese
3 min di letturaIl Capo della Protezione civile nazionale ha ragione: per la scuola serve una rinnovata attenzione, sono necessari nuovi finanziamenti
comunicato stampa
Come non essere d’accordo con Fabrizio Curcio, le sue sono parole sagge e condivisibili. Ma noi vogliamo dire di più. Per la scuola in Calabria, per rilanciarla sotto il punto di vista infrastrutturale, per metterla in sicurezza, è di fondamentale importanza spendere bene e subito la grande mole di denaro pubblico che l’Europa ha messo a disposizione con il Pnrr.
Fondi che sono stati indirizzati all’ammodernamento delle infrastrutture, per il potenziamento dell’offerta formativa dagli asili nido alle Università, per la strutturazione del tempo pieno, per la messa in funzione delle mense, per la costruzione di nuove palestre, per sciogliere questi nodi e provare a recuperare quell’odioso gap fra Nord e Sud del Paese e non sentir più parlare di autonomia differenziata e di disuguaglianze. Per rimettere in moto, cosa non di poco conto, la macchina produttiva del settore edile.
Sono 481 milioni di euro, rimanendo ancorati allo sviluppo del solo settore dei servizi all’istruzione, subito disponibili e spalmati su tutte le province calabresi, la maggior parte dei quali indirizzati a migliorare i servizi di educazione e cura della prima infanzia (255 milioni di euro); per l’estensione del tempo pieno e delle mense (17 milioni di euro); per il potenziamento delle infrastrutture per lo sport a scuola (24 milioni di euro) e per la messa in sicurezza e la riqualificazione dell’edilizia scolastica (185 milioni di euro).
A sostegno di quanto stiamo dicendo, poi, arriva un recente monitoraggio realizzato dalla Cassa depositi e prestiti i cui analisti, proprio per offrire un quadro di supporto all’impiego delle risorse del Pnrr, hanno classificato la situazione degli edifici scolastici nel paese attraverso 4 parametri: presenza di barriere architettoniche, mancanza di accorgimenti per la riduzione dei consumi energetici, assenza di impianti di riscaldamento e carenze nella progettazione antisismica.
Ebbene, se su queste basi l’indice di carenza strutturale è in media in Italia dello 0,8, il dato cresce tantissimo in Calabria ed arriva all’1,5.
Così come per il tempo pieno che se al centro nord è presente nel 60% delle scuole, vede precipitare questa percentuale al Sud al 18%. Un problema anche strutturale, se si pensa che per incrementare il tempo pieno occorre avere gli spazi in cui attivare il servizio mensa.
Per questo siamo convinti, e chiediamo all’amministrazione pubblica regionale e locale di fare uno sforzo concreto in questa direzione, sia necessario – prima di parlare di altri finanziamenti che di certo non ci dispiacciono – mettere a terra quelli già esistenti e finalizzarli al potenziamento delle infrastrutture per lo sport, al miglioramento della didattica digitale, alla messa in sicurezza e riqualificazione delle scuole, alla costruzione nuove mense e alla riqualificazione di quelle esistenti.
Nella convinzione che, come sostenuto dal Capo della Protezione civile nazionale, “in tema di sicurezza delle scuole, c’è ancora molto, moltissimo da fare” e bisogna farlo con immediatezza partendo dal dato certo, ove questo fosse presente, in mano a chi gestisce la cosa pubblica in Calabria.