Celebrazione del vescovo al Santuario Nostra Signora di Fatima a Soveria Mannelli
3 min di lettura“Lo stile di Dio è quello che, a malincuore suo, rispetta le nostre scelte. Per cui se tu sei stato dentro la tua vita un egoista, che ha pensato soltanto a se stesso, cosa fa il Signore? Rispetterà la tua scelta, rispetterà tutto questo e non ti porterà verso l’avvenire”
Questo uno dei passaggi centrali dell’omelia di monsignor Serafino Parisi, nel corso della celebrazione eucaristica al Santuario diocesano Nostra Signora di Fatima a Soveria Mannelli.
“Il Signore – ha aggiunto il Vescovo – si manifesta con lo stile di colui che apre sempre a novità e dice: coloro che invece sono giusti avranno nel giorno del Signore la possibilità di una vita per sempre. Le letture che abbiamo ascoltato hanno descritto delle situazioni che sono al limite anche se noi oggi è come se ci trovassimo in un contesto storico che sembra essere letto dalla Parola di Dio che è stata pronunciata. È vero che la Parola di Dio legge la storia, però con delle parole così precise un po’ ci mette in agitazione: succederanno guerre, succederanno terremoti, succederanno pestilenze, succederanno carestie. Le immagini che abbiamo ascoltato, non sono immagini di paura, sono immagini che descrivono, purtroppo, la storia dell’umanità con tutta la raccolta delle cattiverie umane che distruggono e dentro questo contesto, invece, il Signore è colui che vuole ricostruire”.
Infatti, “dove c’è l’uomo c’è sempre questa tendenza al peccato ed alla distruzione, direi addirittura all’autodistruzione – ha proseguito monsignor Parisi – . Pensiamo alle guerre: che cosa risolve la guerra? Probabilmente qualche interesse, l’interesse di qualcuno, ma che cosa risolve mai la guerra? Niente. Le guerre non risolvono, sia quelle che accadono nel macrosistema sia quelle che accadono dentro le nostre piccole realtà, nella famiglia, nelle nostre comunità”.
Quindi, facendo riferimento alla prima lettura, il Vescovo ha ricordato che Malachia dice “che sarà distrutta ogni radice e ogni germoglio. Vuol dire che non ci sarà più storia: il passato non si percepirà più, ma non ci sarà nemmeno il futuro per coloro che hanno agito cercando di chiudere tutte le cose nel loro cerchio ristretto degli interessi individualistici, di chi pensa che il centro del mondo sia lui, di chi immagina di poter lavorare gli altri a proprio piacimento, di fare apparire sulla scena della storia i protagonisti che servono alla sua personale vicenda, al suo successo, alla sua ascesa. Per chi è così non c’è passato, ma per chi è così – dice Malachia – non c’è futuro. Poi introduce la grande immagine: quella del giorno del Signore perché qui – ha concluso il Vescovo – si percepisce lo stile di Dio, quello stile non di chi punisce, non di chi castiga”, ma di chi rispetta le nostre scelte.