Jennifer Batten chiude un’edizione stellare del RockOn Martirano Lombardo
5 min di letturaChitarrista trasversale e compositrice estremamente ricercata capace di plasmare brillanti partiture
MARTIRANO LOMBARDO – Dopo il gran ritorno della classica versione estiva con lo strepitoso primo live in Calabria di Paul Gilbert, il RockOn Martirano Lombardo è riuscito a dar continuità agli eventi di un’altra edizione memorabile, la quindicesima, con l’ennesimo mostro sacro della musica rock intenazionale: Jennifer Batten.
Sono passati all’incirca trentacinque anni da quando il nome della Batten è salito alla ribalta grazie al sodalizio con uno degli artisti più amati e influenti del ventesimo secolo, Michael Jackson, seguito per un intero decennio in giro per il globo nel corso di tour mondiali in grado di infrangere qualsiasi record ed entrare nel Guinnes dei Primati (come il Bad World Tour del 1987 o l’HIStory World Tour del 1996). Da allora, però, lo stile della più importante guitar heroine della sua generazione si è evoluto ulteriormente, probabilmente influenzato da un’altra prestigiosa partnership, quella con il sommo Jeff Beck, raggiungendo vette notevoli. Un background sempre più versatile che ha permesso alla chitarra di Jennifer Batten di esplorare generi diversi – dal blues al funk, passando dalla fusion e, ovviamente, l’hard’n’heavy – in modo molto personale. Ne è chiara testimonianza il suo set nella Sala Polifunzionale “Cesare Nava” di Martirano Lombardo, palcoscenico di un’altra Winter Edition da incorniciare in cui il power trio guidato dalla chitarrista newyorchese (con lei anche John Macaluso alla batteria e Niklas Turmann al basso e voce) ha dato vita a uno spettacolo entusiasmante attraverso cover selezionatissime e brani originali con cui emanciparsi definitivamente dall’ombra di Jackson, soltanto il punto di partenza, seppur imprescindibile, di una carriera in grado di muoversi in piena autonomia tra i sentieri selvaggi della pop music in tutte le sue declinazioni. Questione di talento, sicuramente, ma anche di un gran feeling al servizio di composizioni enciclopediche con cui indagare tutte le possibilità espressive dello strumento. Dall’infuocato hard-rock dei Van Halen (“Mean Street”) si arriva così alla fusion dei Weather Report (“Black Market”), senza trascurare tracce del pop più sofisticato dei Toto (“Rosanna” e “Hold The Line”) e degli ultimi Police (“Synchronicity II”), ma soprattutto di quel blues à la Jeff Beck, nume tutelare omaggiato a più riprese, che ha permesso a un trio quanto mai affiatato di lanciarsi in torrenziali jam dal tasso tecnico elevatissimo, impreziosite dall’instacabile drumming di Macaluso e dai virtuosismi di Turmann, piuttosto a suo agio anche dietro al microfono. Protagonista assoluta della serata, però, resta lei, Jennifer Batten, confermatasi chitarrista trasversale e compositrice estremamente ricercata capace di plasmare brillanti partiture, tra world music e tentazioni onomatopeiche, come “Elephant Stomp” (dall’album “Momentum”, del 2008), sulla scia di altri innovatori delle sei corde quali Adrian Belew e Steve Vai. Ma sono solo gli highlights di un live che non ha minimante deluso le aspettative, un appuntamento attesissimo da tanti appassionati giunti a Martirano per vedere da vicino uno dei principali punti di riferimento di tutto il rock al femminile, e non solo. Ne sa qualcosa l’apprezzata musicista cosentina Angela Massafra, che le ha persino dedicato (e donato) la sua tesi di Diploma accademico di secondo livello in discipline musicali indirizzo chitarra pop-rock al Conservatorio. Se la special guest di questa Winter Edition ha ovviamente recitato da parte del leone, chi merita però una menzione d’onore è l’opening act. Si tratta dell’E.T.P., progetto del chitarrista Emiliano Tessitore, tra i più dotati axemen italiani, accompagnato da altri due fuoriclasse: Titta Tani (batteria e voce, vecchia conoscenza del RockOn con i Goblin) e Lorenzo Beverati (basso). Tessitore ha presentato dal vivo il suo ultimo lavoro in studio, lo splendido “Complex Melodies For Simple People”, in un set dalle venature prog-metal e ambient in pieno stile guitar heroes che ha rivelato, anche in questo caso, un talento compositivo non comune, oltre a una qualità di esecuzione pressoché impeccabile in grado di combinare shred e melodie ad ampio respiro. In scaletta anche brani degli Ehfar, altro progetto con Titta Tani, e un paio di cover d’eccezione riarrangiate con grande personalità: l’insospettabile “Skyfall” di Adele, celebre soundtrack dell’omonimo capitolo della saga di James Bond, e la conclusiva “The Show Must Go On”, in cui il batterista ha dimostrato di potersi misurare al microfono anche con un gigante come Freddie Mercury.
Visibilmente soddisfatto, al termine dell’evento, il presidente dell’associazione, Vittorio Lanzo, consapevole di esser riuscito nel difficile compito di ripartire col piede giusto dopo i due anni di stop causa pandemia: “L’obiettivo del RockOn – afferma Lanzo – è sempre stato quello di proporre un certo tipo di musica in un contesto, la Calabria, forse poco abituato ad accogliere artisti di un certo spessore, almeno in ambito classic rock. Pertanto, dopo i due anni di stop, era necessario ripartire in grande stile, perché è nel nostro dna. E riprendere il discorso, per la tanto agognata quindicesima edizione, dal primo live in Calabria di un’istituzione come Paul Gilbert per poi chiuderlo con la prima vera guitar hero donna, ossia Jennifer Batten, che tra l’altro ha dimostrato di avere un repertorio stilistico ampissimo, ben oltre Michael Jackson, rappresenta certamente la miglior ripartenza possibile. Due monumenti della chitarra accompagnati, poi, da band composte da autentici fuoriclasse, come John Macaluso e Niklas Turmann, nel caso della Batten, ma anche introdotti da opening act rivelatisi molto più di un semplice gruppo spalla, come gli Sharada feat. Fabio Mangano e Frank Riolo o il progetto di Emiliano Tessitore feat. Titta Tani e Lorenzo Beverati. È stata un’edizione davvero unica, l’edizione del ritorno alla normalità e – conclude Lanzo – non potevamo chiedere di meglio”.