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La Petite di Rossini a Cosenza con un cast di calibro internazionale

4 min di lettura

Uno degli intramontabili capolavori di Rossini, pronto ad affascinare gli spettatori

Sabato 26 novembre (ore 20:30), il sipario del Cineteatro Garden di Rende si aprirà per uno degli eventi più attesi della stagione concertistica 2022 di Cultura in Voce APS e Frequenze&Armonici Onlus: la “Petite messe solennelle” di Gioachino Rossini, nella prima versione dell’autore per soli, coro, due pianoforti e harmonium. Il concerto rientra nella rassegna di musica classica, moderna e contemporanea: “Note tra i Luoghi della Cultura di Cosenza”, promossa dall’associazione Cultura In Voce APS in collaborazione con enti e Comuni del territorio cosentino.

Sul palcoscenico, insieme all’International Opera Choir (IOC), si esibiranno i solisti Romina Cicoli (soprano), Benedetta Mazzetto (contralto), Rodrigo Ortiz (tenore) e Gianluca Lentini (basso). Al primo pianoforte il maestro Francesco Nicolosi, uno dei massimi esponenti della Scuola pianistica napoletana, insignito di prestigiosi premi nazionali ed internazionali.

Insieme a lui, al secondo pianoforte, il maestro Luca Oddo. A dirigere l’International Opera Choir sarà il maestro Giovanni Mirabile, che suonerà anche l’harmonium. L’evento, realizzato grazie al contributo del Fondo Unico dello Spettacolo del Ministero della Cultura, potrà essere apprezzato da un pubblico di appassionati e curiosi. La “Petite messe solennelle” è infatti uno degli intramontabili capolavori di Rossini, pronto ad affascinare gli spettatori con i suoi crescendo vorticosi, in grado di sorprendere con sonorità improvvise e imprevedibili. È una composizione capace di confondere con finali che sembrano concludersi e che, invece, si riaprono su vertigini travolgenti. Il pubblico sarà catturato dall’intera composizione, gioiello di rara bellezza. Il concerto si chiuderà con “Dona nobis pacem”, brano intonato dal mezzosoprano e dal coro che risuona come un’invocazione di speranza.

Il maestro Francesco Nicolosi ha dichiarato che «La “Petite messe solennelle”, nonostante il titolo, è una composizione di grandi dimensioni e di grande spessore artistico. La versione originale è stata scritta per due pianoforti e harmonium. Successivamente, lo stesso Rossini ne scrisse una versione orchestrale, ma a mio parere, la versione per due pianoforti è molto più interessante. È come una fotografia in bianco e nero; è sempre più misteriosa e più ricca di “nuance” di una foto a colori. Rossini scrisse la “Petite messe solennelle” per un amico, il banchiere Pillet-Will. La versione originale è per 12 cantanti, compresi i 4 solisti. Nella prefazione della composizione, Rossini scrive: 4 voci per ogni sesso. È risaputo che Rossini fosse molto spiritoso. Alla fine della partitura, Rossini si rivolge a Dio professandosi un compositore di opera buffa, non certo di opera sacra ma aggiunge di aver fatto questo “sforzo” con la speranza che la sua composizione possa garantirgli un posto in Paradiso. Quest’opera è da considerarsi il testamento spirituale del pesarese. Sono felice di lavorare ancora con l’International Opera Choir e con il direttore Gea Garatti, con la quale ho avuto il piacere di collaborare quando sono stato direttore artistico del Teatro Massimo Bellini di Catania».

Il maestro Giovanni Mirabile ha precisato che: «“Petite messe solennelle” letteralmente significa “Piccola messa solenne”. È un ossimoro perché l’aggettivo “piccola” non dovrebbe essere accostato a solenne. Da qui, emerge l’ironia di Rossini, in quanto, in realtà, non c’è nulla di “piccolo”. Si tratta di una grande composizione, ricca di momenti teatrali. I brani sacri diventano “momenti teatrali” il cui senso è potenziato dalla maestria del compositore. I pezzi solistici sono come arie d’opera; non ci si aspetterebbe mai di ascoltarli la domenica in chiesa. Considerato non a torto come uno dei vertici della musica sacra di tutti i tempi, questo lavoro viene dopo anni e anni di silenzio, nei quali l’autore sembrava aver cambiato totalmente rotta alla sua vita. Rossini non lo concepì come una composizione destinata a una celebrazione strettamente liturgica (difficile immaginare anche la più solenne delle messe con un canto del Gloria che da solo occupa quasi mezz’ora!), ma rispondeva a una sua esigenza personale che risulta molto chiara nelle sue parole manoscritte direttamente alla fine dell’ultimo brano. La “Petite messe solennelle” può essere apprezzata da un pubblico variegato. Ci sono bellissimi brani corali che lasciano a bocca aperta. Sembra che la musica stia per terminare ma poi ricomincia. Sono certo che gli spettatori resteranno estasiati: è una composizione che trascina. Con Cultura in Voce abbiamo in mente altre collaborazioni e cercheremo di coniugare la qualità delle proposte con un l’intento di avvicinare sempre più persone alla musica».

>Con orgoglio, il direttore artistico della rassegna “Note tra i Luoghi della Cultura di Cosenza”, Giulia Luigia Tenuta, ha dichiarato che: «La “Petite messe solennelle” è l’evento di punta della nostra rassegna. Siamo felici di portare questo concerto di altissima qualità artistica nella città di Cosenza. Si esibiranno solisti e musicisti di calibro internazionale. Grande è l’attesa per l’International Opera Choir, diretto da Gea Garatti, maestro del coro del teatro comunale di Bologna, e per il maestro Francesco Nicolosi, pianista apprezzato in tutto il mondo».

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