LBC: Autonomia differenziata è “secessione di fatto”
4 min di lettura“Bene iniziativa di Piccioni e via libera del consiglio comunale”
Comunicato Stampa
Con il “no” unanime del consiglio comunale al disegno di legge Calderoli sull’autonomia differenziata e il sostegno alla proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare promosso dal Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, la nostra città si pone finalmente sulla stessa linea delle grandi città calabresi e della stragrande maggioranza dei comuni del Mezzogiorno che si oppongono al disegno leghista, portato avanti dal governo Meloni, che spacca il Paese ed amplifica le diseguaglianze. Grazie all’iniziativa del consigliere Rosario Piccioni, che ha presentato la mozione e l’ha portata in consiglio comunale, la nostra città è uscita da un “anomalo silenzio” e ha preso una chiara posizione su una questione decisiva per il futuro del Sud e dell’intero Paese.
È bene ribadire ancora una volta cosa significherà concretamente l’autonomia differenziata per i nostri territori, se non verranno introdotti quei principi di perequazione, solidarietà, ampio coinvolgimento del Parlamento e delle forze sociali alla base della proposta di legge costituzionale del coordinamento presieduto dal costituzionalista Massimo Villone.
Se ogni regione potrà, in qualsiasi momento, richiedere maggiori competenze su temi chiave quali la sanità, l’istruzione, le infrastrutture e i servizi, trattenendo sul proprio territorio il gettito tributario derivante dalle entrate per far fronte a questi temi, il risultato è, né più e né meno, l’esasperazione fino alle estreme conseguenze di quella spaccatura del Paese che già oggi, noi cittadini del Sud, sperimentiamo sulla nostra pelle: realtà sanitarie regionali in grado di dare risposte tempestive ai cittadini e realtà regionali, come la nostra Calabria, dove si muore perché il servizio di emergenza e urgenza non arriva in tempo per carenze di mezzi e personale; una spesa per le politiche sociali che in Lombardia va oltre i 150 euro pro capite e in Calabria è ferma a 24 euro; un sistema di politiche sociali che oggi, a Reggio Emilia, riesce a garantire 60 asili nido e solo 3 a Reggio Calabria; regioni dove si riusciranno, nel giro di pochi mesi, a sbloccare cantieri ed opere pubbliche e regioni dove, tra Comuni in difficoltà finanziaria e carenza di personale, si continuerà in un immobilismo stagnante sul piano delle infrastrutture e dei servizi.
Altro che la “sfida a viso aperto” di cui parla il presidente Occhiuto che, invece di difendere gli interessi dei calabresi, si piega ai diktat di Meloni e Salvini. Il disegno di legge Calderoli è l’apoteosi del principio “salti chi può”, della legge del più forte: i territori che già ora hanno la forza economica di fare da soli andranno avanti, gli altri resteranno fermi o indietreggeranno ancora di più. Un disegno di legge che rimanda la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni, creando nei fatti cittadini di serie A e di serie B: un cittadino calabrese non avrà le stesse garanzie di essere curato adeguatamente come un cittadino lombardo, veneto e emiliano; uno studente di una regione del Sud non avrà le stesse opportunità e gli stessi servizi di uno studente delle regioni del Nord.
Ma pensiamo anche a cosa significherebbe per la rete autostradale e stradale in una regione come la nostra che ancora oggi è costretta a subire l’umiliazione di un’autostrada piena di cantieri e di fatto ad una sola corsia e con strade come la SS 106 che diventa purtroppo quasi quotidianamente teatro di tragici incidenti e drammatiche morti. Se non è stato capace fino ad oggi lo Stato capace di invertire la tendenza, è mai possibile immaginare che in futuro lo possa fare la regione Calabria che non brilla di certo per efficienza? A conferma che non si tratta di una posizione di parte, gli allarmi lanciati in questi mesi da diversi organismi indipendenti, dallo Svimez alle associazioni nazionali dei medici.
Insieme al consigliere Rosario Piccioni, continueremo a sostenere la battaglia per la proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare del Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, per informare i cittadini e provare a fermare una “secessione di fatto” che, come una mannaia, con la diretta responsabilità di quei partiti che solo a parole e propaganda dichiarano di difendere “l’interesse nazionale”, rischia di abbattersi sui nostri territori.
Movimento Lamezia Bene Comune