I cacciatori del cielo, il nuovo film di Mario Vitale. Intervista al regista
6 min di letturaDopo il successo del primo film su pellicola, L’afide e la formica, Mario Vitale ha trascorso gli ultimi anni diviso tra lavori per Rai Storia e il nuovo film I Cacciatori del cielo
La pellicola, prodotta da Gloria Giorgianni per Anele con Luce Cinecittà, in collaborazione con Rai Documentari, con il Patrocinio e la partecipazione del Ministero della Difesa, Aeronautica Militare e Difesa Servizi, con il Patrocinio del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, con il sostegno di Intesa Sanpaolo e con Aerea S.p.A. ed Elettronica S.p.A.., andrà in onda oggi 29 marzo 2023 in prima serata su Rai1.
Lo abbiamo raggiunto al telefono dopo la conferenza stampa in RAI per farci raccontare questo momento carico di soddisfazioni che il regista lametino sta vivendo.
Dalla Pandemia in poi hai avuto un periodo molto intenso, nell’estate del 2020 hai girato a Lamezia Terme il tuo primo film L’afide e la formica uscito nei cinema alla fine del 2021, altri lavori nel frattempo, ora quest’altro film I Cacciatori del cielo. Come ti senti?
Soddisfatto e anche un po’ stanco se devo essere sincero. Come dicevi tu, dal 2020 ad oggi è stato un lavoro costante: girare il mio primo film, poi la post-produzione, l’uscita, la promozione, i festival. E poi è subito arrivato questo altro lavoro che mi ha tenuto impegnato dall’estate scorsa fino ad oggi. Ce n’è un altro che sta per iniziare, e girerò a maggio. In tutto questo ho fatto anche una figlia. Quindi è stato un periodo molto denso e molto bello.
Hai esordito sul grande schermo con L’afide e la formica, quindi un tuo figlio per restare in tema. Nel frattempo ci sono stati altri lavori con la Rai oltre I Cacciatori del cielo, produzioni cinematografiche per raccontare fatti realmente accaduti. Un conto è mettere su pellicola una tua idea, un conto è doversi immedesimare in qualcosa che ha anche corrispondenza nella realtà. Quali sono le differenze, come ti sei rapportato?
Ho trovato sicuramente più naturale lavorare su un film tuo del quale sei autore, considerando che mi sono occupato anche della sceneggiatura e del soggetto. Però mi è sempre piaciuto immaginare di lavorare da regista puro, come figura professionale che applica la sua conoscenza e professionalità al servizio di una storia e in maniera più oggettiva, “meno coinvolta” rispetto a quando scrivi qualcosa di tuo pugno. Quindi, sia questo docu-film Rai–Documentari I Cacciatori del Cielo che gli altri lavori per Rai Storia mi sono serviti anche per testare me stesso rispetto ad una mia professionalità come regista. Paradossalmente può essere anche più difficile lavorare in questo senso, fuori dalla comfort zone, perché non arriva tutto dalla tua testa, devi essere più obbiettivo possibile ma mettendoci anche del tuo.
E poi sono produzioni con tagli diversi: il film, gli episodi nelle docu-serie, il docu-film. Se ci sono state, dove hai trovato più difficoltà oppure dove non ti aspettavi di reagire in quel modo, in senso positivo?
Difficoltà direi di no perché mi è sempre piaciuto quello che ho fatto fino ad ora, quando c’è questo elemento comunque è tutto un po’ più semplice. È cambiato sicuramente l’approccio perché sapevo di dover rispettare determinate regole date da una messa in onda televisiva, quindi con paletti un po’ più rigidi rispetto al cinema, ad un tuo film più personale. La vedo in maniera molto costruttiva, come un momento di crescita nel realizzare una professionalità che non rimane solamente il gesto un po’ più naïf di un artista. Sviluppare più la tecnica e portarla al servizio della storia che racconti ma rimanendo sempre con una tua cifra stilistica e in questo senso penso di averla sempre comunque mantenuta, anche nelle nuove produzioni.
L’esperienza con i cortometraggi ha permesso di farti un po’ le ossa rispetto al lavoro per gli episodi delle due docu-serie Il Segno delle donne e Donne di Calabria? Ci sono delle similitudini?
No, sugli episodi in realtà no. Diciamo che è una palestra in senso ampio. Forse ti aiuta un po’ con la scrittura perché devi riuscire a condensare una storia in pochi minuti. E mi rendo conto che aver fatto diversi cortometraggi è utile quando devi togliere il superfluo e andare su una linea dritta mettendo i punti essenziali che ti servono per raccontare una storia.
Entriamo nel vivo di questo nuovo lavoro I Cacciatori del Cielo che sarà in onda stasera in prima serata su Rai1.
È un progetto che nasce per celebrare il centenario dell’Aeronautica Militare propostomi da Anele, con cui avevo già fatto Donne di Calabria e Il segno delle donne. Quando ho letto questa sceneggiatura scritta da Pietro Calderoni e Valter Lupo mi sono un po’ chiesto in che modo potessi entrare in questo progetto e la risposta era scritta nella storia stessa di questi due uomini che condividono un periodo brutto delle loro vite, la Prima Guerra Mondiale, riuscendo a costruire dei rapporti umani e di amicizia. È il caso di Baracca e del meccanico Bartolomeo che instaurano questo rapporto quasi di fratellanza. Qui c’è un po’ un mio tema ricorrente, dell’aiutarsi per superare le difficoltà. Infatti Bartolomeo è preso in qualche modo sotto l’ala protettrice di Baracca che lo aiuterà in senso ampio ma anche un po’ a migliorare la sua condizione esistenziale. Poi c’è Beppe Fiorello, ulteriore elemento che mi ha convinto nella scelta di questo lavoro, perché già sul set del film (L’afide e la formica, nda.) si era instaurato un bellissimo rapporto. E ci eravamo ripromessi di fare un’altra cosa insieme, per cui appena arrivata questa occasione l’abbiamo concretizzata.
Negli ultimi anni Beppe Fiorello è stata per te una presenza importante, fa quasi da collante in questo momento della tua carriera da regista. Sembra un po’ esplicitare il tema ricorrente nei tuoi lavori, dell’amicizia e del sostenersi l’un l’altro.
Come meta racconto ci può stare (risate, nda.) Tra l’altro, ora è uscito il suo primo film da regista Stranizza d’amuri che ho seguito già dalle riprese del mio nel 2020 . Quindi in questi anni ci siamo confrontati su tante cose, sul mio film, sul suo di cui mi parlava, mi aggiornava periodicamente. Effettivamente in questi tre anni è nata anche un’amicizia che non escludiamo possa portare a cose in futuro.
Con I Cacciatori del Cielo si parla anche di disegno animato.
Essendo una docu-fiction c’è la parte di fiction, predominante, affiancata da riprese storiche della Prima Guerra Mondiale, e in più tutta un’altra animata con i voli, gli scontri aerei, tutto quello che riguarda i momento dell’aeroplano in cielo. Ci è piaciuto raccontare il sogno del volo con qualcosa che fosse fuori dalla realtà, quindi attraverso il disegno. E la prima persona a cui ho pensato per realizzare il tutto è stato Lelio Bonaccorso, conosciuto a Lamezia Comics anni fa. Abbiamo prima messo giù il concept, pensato allo stile da adottare, e poi lui ha portato anche lo studio di animazione, Grafimated Cartoon di Palermo. Con loro c’è stato un percorso di mesi fatto a stretto contatto, perché con i disegni c’è sempre una gran mole di lavoro. Penso dia una nota di poesia in più al racconto.
Ti è già successo di vedere i tuoi lavori sul piccolo schermo, però questo è un altro film. Come ti senti?
È una prima serata Rai1, la responsabilità è un po’ più alta. Mi sento emozionato, un po’ di pressione in più la percepisco, quantomeno perché se tutto va bene il tuo lavoro lo vedranno milioni di persone in un colpo solo, quindi tanti occhi puntati addosso. Però da un parte la vivo anche con molta tranquillità perché sono soddisfatto di quanto fatto.
Dove vedrai il film?
Credo lo vedrò qui a casa con i miei familiari trapiantati a Roma e qualcun altro che si aggregherà, però in mattinata ci sarà la presentazione alla Camera dei Deputati, alle 10:00.
Hai parlato di un altro lavoro imminente. Di cosa si tratta?
È una miniserie per ragazzi prodotta da Kidsme, si chiama “Summer Limited Edition” e gireremo in Calabria a maggio con un cast di attori giovanissimi, adolescenti.
(casting ancora aperti fino al 1 aprile. Info su https://www.calabriafilmcommission.it, nda)
Renato Failla