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Concorso tirocinanti ministeri, FeLSA Cisl Calabria: cresce attesa tra idonei

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Gianni Tripoli, Segretario Generale FeLSA CISL Calabria: Superare la stagnazione in cui versa la vertenza riguardante i cosiddetti TIS della Calabria”

Lamezia Terme – Cresce l’attesa tra gli idonei al concorso pubblico riservato alla categoria dei tirocinanti del Ministero della Giustizia, del Ministero della Cultura e del Ministero dell’Istruzione.

Dopo un anno dalla pubblicazione del bando sulla Gazzetta Ufficiale e quasi due mesi dal termine dei colloqui di selezione, ancora non è dato sapere i tempi di pubblicazione della graduatoria definitiva e della successiva presa di servizio nelle sedi designate per i tirocinanti.

Per il Ministero della Giustizia i posti disponibili sono 1000; per il Ministero della Cultura 563 e per il Ministero dell’Istruzioni 393. Siamo di fronte a una situazione critica per i tanti tirocinanti che hanno partecipato al concorso, che dal 2010 hanno partecipato a progetti formativi e tirocini in Corti di Appello, Procure, Tribunali ed Enti assimilati, nei Musei, nei Siti archeologici e nelle Scuole. Questi lavoratori, negli anni, hanno colmato i vuoti di organico e hanno permesso il normale svolgimento dei compiti essenziali degli uffici in cui hanno operato.

Siamo di fronte a risorse qualificate, sulla cui formazione la Pubblica Amministrazione ha ampiamente investito (anche attraverso corsi di formazione certificati dalla Regione Calabria) che, per decenni, hanno prestato servizio presso uffici pubblici in grande difficoltà per carenza di personale.

Dopo due anni di attesa, l’8 aprile 2022 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale un bando di concorso/procedura selettiva alla quale sono stati prioritariamente ammessi i soggetti già inquadrati come tirocinanti nell’ambito dei percorsi di formazione e lavoro presso le sedi del Ministero della giustizia, così come del Ministero della cultura e del Ministero dell’Istruzione, nelle Regioni previste dall’articolo 50 ter del decreto Sostegni bis.

Nonostante il bando preveda un contratto a tempo determinato e a tempo parziale (18 ore settimanali per 18 mesi), esso rappresenta una boccata di ossigeno per questi tirocinanti, fermi da oltre due anni, e una speranza di avere, per qualche tempo, un vero contratto di lavoro dopo anni di tirocini senza tutele e prospettive.

La selezione, gestita dalla Commissione Ripam attraverso Formez PA, si è conclusa nella prima settimana di febbraio. I candidati risultati idonei hanno già presentato le dichiarazioni sui titoli di precedenza e preferenza.

La procedura di selezione è ormai completata e non si ravvisa la necessità di ritardare ulteriormente l’assunzione dei vincitori di concorso che, tra l’altro, hanno dedicato anni di impegno e sacrifici all’amministrazione presso la quale hanno svolto i propri tirocini.

Queste amministrazioni. dal canto loro, li attendono da mesi giacché non riescono a garantire l’erogazione di servizi efficienti all’utenza a causa delle gravi scoperture di organico.

Non resta che procedere con la pubblicazione della graduatoria definitiva e con l’immediata presa di servizio: ci auguriamo entro questa settimana. Meccanismi che si inceppano proprio nell’atto della loro operatività e che generano anche situazioni non propriamente chiare, come nel caso degli inidonei appartenenti allo stesso gruppo di candidati per i quali, così per come richiesto dalle Organizzazioni Sindacali, occorrerebbe un     adeguato approfondimento.

Allo stesso modo, il sostanziale stato di stagnazione in cui versa la vertenza riguardante i cosiddetti TIS della Calabria deve essere superato. Nel merito va detto che il problema non è quello economico, anzi. Mai come in questa fase storica possiamo contare su una ingente quantità di risorse che possono essere investite per superare ataviche criticità e guardare al reale svuotamento del bacino dei tirocinanti TIS. Non possiamo permetterci ulteriori ritardi. Avviare subito un confronto serio con attori di sistema realmente interessati a risolvere i problemi, è la ricetta giusta per evitare che una grande opportunità per i lavoratori e per la Calabria non si trasformi ancora una volta in una (delle tante) mancata occasione.

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