Droga: Polizia arresta proprietario di un bar a Reggio
2 min di letturaNei pressi del locale è stato scoperto anche un arsenale
REGGIO CALABRIA. Il proprietario di un bar è stato arrestato a Reggio Calabria dal personale delle Volanti e della Squadra mobile.
Si tratta di Fabio Cilione, di 47 anni, titolare del “Coffee club”, che si trova a Santa Caterina, quartiere a ridosso del centro storico.
Perquisendo l’esercizio commerciale e un altro locale adibito a deposito di bevande e alimenti che era nella disponibilità di Cilione, la polizia ha trovato e sequestrato circa 200 grammi di cocaina, una modica quantità di hashish, due bilancini di precisione e 27mila euro in contanti, ritenuti provento di attività illecite.
Cilione è stato, quindi, arrestato con l’accusa di detenzione illegale di sostanze stupefacenti.
L’arresto, su richiesta della Procura, è stato convalidato dal gip, che ha emesso nei confronti del titolare del bar un’ordinanza di custodia cautelare in carcere.
Nei pressi del deposito in cui sono stati trovati la droga e il denaro, inoltre, gli investigatori hanno scoperto numerose armi con matricola abrasa: due fucili a canne mozze, due fucili a pompa, una pistola e 60 cartucce di varie marche e calibro.
Nello stesso posto, c’erano anche 6 chili di marijuana e altri 132 grammi di cocaina. Tutto è stato sequestrato, ma la detenzione dell’arsenale e dello stupefacente trovati all’esterno del deposito, al momento, non viene contestata a Cilione, a cui, nello scorso mese di febbraio, ignoti avevano incendiato l’ingresso del bar.
La Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria ha aperto un’inchiesta per verificare se ci sono dei collegamenti tra il danneggiamento subito da Cilione e la droga e il denaro trovati all’interno del suo esercizio commerciale.
Gli investigatori, inoltre, stanno cercando di accertare la provenienza delle armi sequestrate e di individuare le persone che ne avevano la disponibilità.
In passato, il nome di Cilione era comparso in alcune inchieste della Dda e nei verbali di alcuni collaboratori di giustizia, che lo hanno indicato come un soggetto vicino alla cosca di ‘ndrangheta dei Tegano.
Il sospetto della Dda è che i fucili trovati a Santa Caterina siano riconducili alla criminalità organizzata. (ANSA).