“Mani per la vita”, concluso ciclo di incontri dell’associazione “Ada” al Polo Rambaldi
2 min di letturaPrimo intervento in situazioni di emergenza, riconoscimento di un arresto cardiocircolatorio, informare e sensibilizzare per non lasciarsi paralizzare dalla paura, ma riuscire ad essere utili agli altri
Questi alcuni dei punti fondamentali fatti proprio dagli studenti delle classi terze e quarte del Polo Tecnologico Carlo Rambaldi, che hanno partecipato a una serie di incontri sui principi della rianimazione cardiopolmonare, promossi dall’associazione “Ada – Assistenza Domiciliare e ambulatoriale”, tenuti dalla dottoressa Annamaria Grandinetti, infermiera professionale e istruttrice del sodalizio.
Grazie alla dirigente Anna Primavera e al supporto della docente Anna Osso, l’istituto superiore lametino ha potuto ospitare il progetto “Mani per la vita”, che si pone come obiettivo quello di diffondere la conoscenza delle basilari e indispensabili pratiche di pronto intervento nei ragazzi.
“Ogni anno in Italia muoiono circa 70000 persone per arresto cardiaco improvviso. La tempestività dell’intervento è fondamentale in quanto bisogna considerare che le probabilità di sopravvivenza in queste persone diminuiscono del 7-10% ogni minuto, dopo 4-6 minuti di assenza di circolo inizia il danno anossico celebrale, dopo circa 10 minuti si hanno lesioni cerebrali irreversibili. Intervenire prontamente in caso di arresto cardiaco, possibilmente entro i primi 4 minuti dall’attacco, può salvare una vita umana”, questi alcuni dei dati e delle informazioni fornite agli studenti dall’istruttrice nel corso degli incontri, che hanno alternato momenti di formazione teorica e applicazioni pratiche da parte dei ragazzi attraverso l’ausilio di manichini su cui sono state effettuate delle manovre di rianimazione.
Agli studenti delle classi coinvolte nel progetto, è stato rilasciato un attestato di partecipazione.
Una possibilità importante che, per gli studenti del “Rambaldi”, “non solo ci offre un panorama di informazioni utili per la nostra quotidianità, visto l’alto numero di situazioni di arresto cardiaco anche tra i nostri coetanei, ma ci dà alcune indicazioni chiare per intervenire e tentare di salvare una vita, il modo più concreto e immediato per renderci responsabili verso gli altri e la comunità”.