Ddl Cutro, Rapani: «Il provvedimento stronca le organizzazioni criminali del mare»
3 min di letturaROMA «Il Senato della Repubblica ha approvato il disegno di legge “Cutro”
comunicato stampa
Non posso non manifestare particolare soddisfazione per un provvedimento che cambierà le regole di un gioco al massacro sulla pelle dei migranti.
Persone che fuggono dalla guerra alla ricerca di un futuro migliore sulle quali la sinistra specula. Dai banchi delle opposizioni sono pervenute solo polemiche strumentali ed inutili, soprattutto da parte di chi avrebbe dovuto recarsi in Calabria per comprendere meglio quanto è accaduto nell’immane tragedia consumatasi a largo delle acque crotonesi. Avrebbero potuto parlare con le forze di polizia, con i soccorritori, affrontare un viaggio verso la Calabria, dove con decisione si è recato il Consiglio dei Ministri, ed invece si preferisce fare demagogia a distanza e per partito preso. Il Cdm si è riunito a Cutro non per fare passerella, bensì per la necessità di constatare i fatti, manifestare vicinanza alle amministrazioni locali, alla cittadinanza ed alle famiglie dei superstiti».
È quanto dichiara il senatore di Fratelli d’Italia, componente della Commissione Giustizia, Ernesto Rapani, eletto nel collegio calabrese che comprende la provincia di Crotone, dove si è recato prontamente nelle scorse settimane.
«Il decreto cosiddetto “Cutro” punta due obiettivi: regolarizzare il flusso dei migranti – spiega il senatore di Fdi – e bloccare il traffico di essere umani. Quindi programmare i flussi di ingresso in Italia in stretta correlazione con le esigenze del mercato del lavoro. Il dl si prefigge da un lato anche di regolare l’ingresso e il soggiorno, al di fuori delle quote, per chi ha un lavoro a tempo indeterminato, per i lavoratori autonomi, per ricongiungimento familiare, per chi viene in Italia a studiare e formarsi professionalmente. Dall’altro, prevede pene certe e severe per gli scafisti, con la previsione di rimpatrio per lo sconto della pena nei Paesi di origine. Il governo ha pensato a quest’ultima soluzione perché al danno sarebbe una beffa quella di mantenere a spese degli italiani e nelle nostre carceri, scafisti collegati ad associazioni criminali».
«Non immaginavamo strumentalizzazioni di quella portata – conclude il senatore Rapani – per una così immane tragedia e tutta quella serie di attacchi a soccorsi accusati di non essere intervenuti. Ed invece è proprio all’intera macchina dei soccorsi e quella umanitaria a cui va la mia e la nostra solidarietà e le congratulazioni per l’impegno in una situazione drammatica».