Contesa facoltà di Medicina, Colombo (Exit): “Calabria ostaggio di sterili localismi”
3 min di letturaNonostante sia di strettissima attualità il regionalismo con la sua Autonomia differenziata, il campanilismo è un elemento ancora molto pregnante che continua ad inquinare la vita politica dei calabresi, anche all’interno delle stesse istituzioni
Comunicato Stampa
Abbiamo assistito infatti negli ultimi mesi quale terreno di scontro tra territori per la nascita di una nuova facoltà di Medicina presso l’Unical, un qualcosa che ha suscitato subito sdegno e levata di scudi da parte del capoluogo di Regione , ossia Catanzaro.
Non ultimo l’intervento e la volontà anche da parte del consigliere regionale di Fratelli D’Italia, Giuseppe Neri, il quale si è detto favorevole per un corso di laurea in Medicina nella sua Reggio Calabria. Prendo spunto da quest’ultimo proposito e ricollegandolo a quello degli ultimi mesi relativo allo scontro tra Catanzaro e Cosenza sempre per l’istituzione dello stesso corso di laurea, per affermare che tali contese rendono prigioniera la Calabria di sterili localismi ed evidenziano quanto miope sia sempre stata la politica per lo sviluppo della nostra regione ancora oggi dilaniata da tutto ciò.
Se solo i nostri rappresentati politici si fermassero a riflettere ed analizzare glie eventi del passato dove proprio sull’università iniziarono gli sprechi e gli sperperi maggiori.
Nel 1970 si ipotizzò la nascita dell’Università della Calabria a Lamezia Terme, nel centro della regione. Una scelta di quel genere chiaramente non avrebbe potuto trovare il parere favorevole del gotha della classe dirigente calabrese che per meri interessi si mise di traverso privilegiando la compensazione territoriale sulla collocazione delle facoltà universitarie un qualcosa che arriva fino ai giorni nostri con lotte intestine davvero stucchevoli.
Peccato per la miopia della politica calabrese, perché magari in quel tempo sposando il progetto di Università a Lamezia e quindi al centro della Calabria, in una zona dotata poi di importanti infrastrutture come Stazione ferroviaria e Aeroporto, avrebbe non solo impedito la creazione di altri atenei in regione ma avrebbe altresì favorito la concentrazione di iscritti calabresi impendendo come sta avvenendo oggi, che molti ragazzi optassero per scelte di studi fuori regione.
La storia purtroppo è andata diversamente e quello cui assistiamo sono davvero sterili balletti di campanile che mai a nulla di buono stanno portando.
Ricordo infatti che l’emigrazione sanitaria in Calabria (a proposito di facoltà di Medicina) continua a rimanere alta e continuiamo ad essere nei rapporti annuali maglia nera come qualità di vita e di benessere con una percentuale importante di disoccupazione ed un relativo reddito pro-capite che è ultimo in Europa.
Igor Colombo
Exit Calabria