Lamezia. Di Matteo (Exit): “il Giovanni Paolo II sia elevato ad hub”
3 min di letturaNon riusciamo a comprendere quale futuro possa avere la sanità a Lamezia Terme ed un po’ in tutta l’area centrale della Calabria
Comunicato Stampa
Sono oramai trascorsi ben sedici anni da quando con il famoso maxiemendamento regionale del maggio 2007 le Asl territoriali furono di fatto spazzate via per far posto ad una unica azienda sanitaria per ogni provincia.
Da allora la sanità in Calabria è colata a picco ed importanti ospedali baricentrici come il nostro di Lamezia Terme insieme a quelli di Crotone, Vibo Valentia e Locri, sono stati fortemente ridimensionati e con il colpo di grazia dell’assegnazione della qualifica di spoke, definitivamente affossati.
I politici di allora che ci promettevano una sanità migliore ed un significativo risparmio visti gli accorpamenti effettuati, sono in pratica tutti spariti.
Oggi però ce ne sono di nuovi che ci parlano di una opportunità da non perdere per l’ospedale di Lamezia Terme, relativamente alla nascita della nuova azienda ospedaliera Dulbecco di Catanzaro , nata dalla fusione dell’ azienda ospedaliera universitaria Mater Domini e l’azienda Pugliese-Ciaccio.
Ben vengano queste strutture sanitarie di qualità sui nostri territori, però tutto questo non deve andare a discapito della sanità territoriale di importanti realtà come quella di Lamezia Terme specialmente, la quale ha un bacino di utenza di oltre 140 mila abitanti ed un ospedale che potrebbe sostenere circa seicento posti letto, declassato sempre più da atti aziendali e leggi regionali. Analogo discorso vale anche per gli ospedali di Vibo Valentia e Crotone, dove continuano drammaticamente a verificarsi anche casi di malasanità.
Non riusciamo a comprendere quale futuro possa avere la sanità a Lamezia Terme ed un po’ in tutta l’area centrale della Calabria, compresa la fascia jonica crotonese, con una struttura di ben 855 posti come la Dulbecco. Si permetteranno forse nuovi reparti e potenziamenti di quelli già esistenti in ospedali spoke e quindi doppioni rispetto alla eccellenza catanzarese che tra pochissimo vedrà la luce? Noi di Exit crediamo proprio di no.
Alla luce di tutto ciò che si sta configurando, riteniamo che l’unico modo per salvare importanti nosocomi come il Giovanni Paolo II di Lamezia Terme, sia quello di ottenere l’hub in queste strutture sanitarie.
E’ questo che chiedo al commissario ad Acta Roberto Occhiuto e lo invoco con forza a nome di tantissimi cittadini che non vogliono vedere il loro ospedale chiuso. Non ci interessano promesse e raccomandazioni delle istituzioni politiche, vogliamo i fatti.
Nei prossimi giorni incontreremo tutte quelle associazioni che sui territori lottano da anni per la sanità, allo scopo di avviare una linea comune di difesa e di proposte da portare al tavolo regionale del commissario, tutto ovviamente non può non prescindere dall’elevazione ad hub dell’ospedale di Lamezia Terme.
Non ci interessa dialogare con i partiti tradizionali che in maniera trasversale, da destra a sinistra, hanno negli anni tradito il territorio e sono responsabili dei disastri sanitari in atto. La nostra sarà una lotta ed una battaglia con quelle sigle che davvero tengono a cuore le sorti della sanità nella nostra città ed in generale in Calabria.
Paolo Di Matteo
Coordinatore regionale
Exit Calabria