Ponte sullo Stretto, i dubbi di Fillea Cgil Calabria
3 min di lettura“Ci chiediamo perché lo stesso impulso che il governo sta mettendo per velocizzare la realizzazione del Ponte sullo Stretto non venga riversato anche su altrettanti filoni strategici e opere della Calabria”
Comunicato Stampa
Il Segretario Generale Fillea Cgil Calabria Simone Celebre interviene così sull’accelerazione da Roma dell’iter per la realizzazione del collegamento tra Villa San Giovanni e Messina.
“Non abbiamo alcun tipo di pregiudizio sull’opera – chiarisce il Segretario – ma riteniamo che ci siano emergenze sulle quali intervenire prima del Ponte. Ci sono infrastrutture di grande rilievo strategico già programmate (ferroviarie, stradali, autostradali e sistemi urbani) e grandi opere commissariate che non possono continuare a passare in secondo piano. Si tratta di opere per le quali serve uno slancio politico che fino ad ora non abbiamo visto. Ci sono cantieri mai terminati e altri che attendono da tempo di partire, strade colabrodo, viadotti che cadono e lasciano aree interne isolate e treni vetusti. Ciò che per altre regioni è ordinario, per la Calabria sembra dovere per forza essere una chimera”.
“Pensare al Ponte sullo Stretto senza adoperarsi per mettere mano alla linea ferroviaria da Roma in giù, in alcuni tratti non elettrificata, o ad un binario, ad un’Alta Velocità traballante e ad aree quasi isolate, ci sembra poco sensato”, chiarisce ancora Celebre.
“La rete stradale non è meglio, basti pensare all’eterna incompiuta statale 106 e alla mole di automobilisti che vi hanno perso la vita. L’A2 è un susseguirsi di cantieri che creano disagio al traffico. Ma non solo, lavorare su ferrovie e strade ci permetterebbe di ridare slancio al Sud e anche di creare nuovo appeal sui porti. C’è poi da fare attenzione al Codice degli Appalti – aggiunge Celebre – e al rischio di infiltrazioni criminali che l’avvio di lavori mastodontici come quelli che il Ponte potrebbe portare. L’uso sconsiderato dell’affidamento diretto della procedura negoziata senza bandi di gara, dell’appalto integrato, può, nel volgere di poco tempo, determinare aspetti degenerativi, inficiare la capacità di realizzazione e la stessa qualità della spesa, un peggioramento delle condizioni di lavoro e un restringimento dei diritti dei lavoratori per quanto concerne la corretta applicazione dei contratti nazionali e la prevenzione antinfortunistica”.
“Parlando poi di cantieri fermi, non possiamo non fare riferimento alla mancanza di strutture ospedaliere – dice il Segretario -. I progetti non mancano, come per Vibo Valentia e Palmi, ma l’iter di realizzazione è fermo al palo. La salute è un diritto garantito dalla Costituzione, non può essere ostaggio della burocrazia, deve essere prioritaria e non può essere accantonata. Chiediamo al governo – conclude – di accendere i riflettori sul Sud e di consentire la dignità delle condizioni di vita di chi ci abita. Non basta – conclude Celebre – parlare di spopolamento e di calo demografico se poi non ci si adopera per consentire i collegamenti o, perfino, per potersi curare”.