“Le madonne del Reventino”: il 13 maggio all’antico mulino delle fate
2 min di letturaRiprendono, sabato prossimo, 13 maggio, con inizio alle ore 18,00 le attività culturali dell’Antico Mulino della Fate a Lamezia Terme (Nicastro)
E cominciano, così, contemporaneamente, le iniziative di primavera-estate del Festival delle Erranze e della Filoxenia.
In piena aderenza a quella che è la missione del Festival (promuovere la cultura, le tradizioni e la valorizzazione dell’area montuosa del Reventino-Mancuso e delle sue comunità), sabato 13, con l’organizzazione degli Amici dell’Antico Mulino delle Fate ed in collaborazione con il Coro Madonna di Dipodi, si svolgerà l’evento intitolato “Allu Mulinu, i Madonni du’ Rivintinu”. Nell’occasione il coro eseguirà i tradizionali canti devozionali dedicati alle Madonne del Reventino, ossia a tutte le Madonne, con in testa quella di Visora, a Conflenti, e quella di Dipodi, a Feroleto Antico, che animano da secoli la vita religiosa delle comunità dell’area del Reventino-Mancuso.
Si usa il plurale nell’indicare le Madonne del Reventino non certo per significare che esistono più Madonne, ma perché nell’immaginario collettivo dei paesi della Calabria, ogni Madonna venerata in un luogo particolare della regione ha una storia a sé ed addirittura una sua “personalità”. Tant’è che in alcune aree dell’Aspromonte, la gente semplice considera le varie Madonne come “sorelle” fra di loro.
La vicenda storica dei santuari mariani dell’area del Reventino risale all’epoca della dominazione spagnola, fra il ‘500 ed il ‘600, allorché la Chiesa, con lo scopo di evangelizzare popolazioni rurali in zone isolate delle montagne dell’area (per lo più contadini e pastori chiamati dai proprietari aristocratici per mettere a coltura terreni in altura disabitati e non ancora sfruttati economicamente) promosse la costruzione di chiese dedicate al culto della Madonna. Queste popolazioni praticavano ancora forme primitive di religione animista, secondo cui ogni fenomeno o cosa dell’universo sono dotati di anima e vivono di una loro vita, spesso creduta divina e degna di culto. Erano popolazioni la cui vita era scandita dai cicli agrari: vita, morte e rinascita delle piante. Il culto della Madonna fu introdotto dal Concilio di Efeso del 431 che la proclamò Madre di Dio.
I culti mariani in Calabria prendono sempre le mosse da un prodigio, in genere l’apparizione della Madonna ad un contadino, pastore, cavaliere o cacciatore ed alla fondazione di un luogo di culto a lei dedicato. Il culto si esprimeva in pellegrinaggi per chiedere aiuto ed esprimere voti ed era quasi sempre accompagnato da feste primaverili o estive durante le quali, accanto alle preghiere, vi erano sia momenti di sfrenatezza con abbondante libagioni che si rifacevano a culti pre-cristiani sia fiere che favorivano gli scambi ed il commercio.
Ricordiamo che l’Antico Mulino delle Fate si raggiunge con cinque minuti di cammino a piedi dal centro storico di Lamezia Terme Nicastro dalla strada provinciale per Soveria Mannelli all’altezza del Castello Normanno-Svevo, entrando nel rione Niola e seguendo la breve stradina che risale la valle del Torrente Canne.