La tassa bonifica è già arrivata e il Cantagalli c’è ma non si vede!
3 min di letturaLettera aperta dell’ex consigliere comunale Fiore Isabella ai consiglieri regionali della calabria, al sindaco e ai consiglieri comunali di Lamezia Terme e al consorzio di bonifica Tirreno Catanzarese
Assisto con attenzione, e con un forte sentimento di incredulità, alla diatriba sulle proposte di modifica della normativa del 2003 che mantiene in vita i consorzi di bonifica nella nostra Regione; proposte che galleggiano tra la creazione di un unico carrozzone con 11 distretti territoriali e la soppressione e la loro messa in liquidazione con delimitazione di nuovi consorzi comprensoriali, partendo dai bacini idrografici.
Il tutto accompagnato da un maggiore coinvolgimento delle organizzazioni sociali e datoriali maggiormente rappresentative del settore.
Nessun accenno, anche timido, di riscontro sull’attività di questo Ente nell’area in cui vivo, adiacente al torrente Cantagalli a monte di Sambiase del Comune di Lamezia Terme, della cui azione ho ricordi che risalgono ai primi annio ’60 del secolo scorso quando la ditta Pallone si occupò della sistemazione dell’asta del corso d’acqua con opere trasversali di briglie e soglie per la fissazione dell’alveo.
Da allora, ero ancora bambino, ad oggi, con i miei 70 anni suonati, nessuno è in condizione di valutare lo stato dei luoghi e l’attuale funzionalità di quelle opere idrauliche. Siamo al cospetto di una foresta dove l’acqua fa fatica, pur in caduta, a districarsi fino alle soglie del centro urbano e dove soltanto branchi di cinghiali si mobilitano con palese destrezza per rappresaglie notturne ai danni delle limitrofe colture ortofrutticole, ormai in graduale estinsione.
Rispetto allo scempio e all’incuria degli enti preposti alle bonifiche resiste imperterrito l’avviso di pagamento del burocratico consorzio di bonifica Tirreno Catanzarese con la precisazione in grassetto delle somme dovute all’ente della cui presenza da queste parti nessuno si è mai accorto. Io non sono, per carattere ed educazione, disponibile ad accusare lo Stato o pezzi di esso, nel caso di specie il Consorzio di bonifica, di avere istituzionalizzato con un perentorio bollettino di pagamento una pretesa indebita per un servizio inesistente.
L’arrembante Primo ministro Meloni, che ne sa più di me, nella recente corrida elettorale per la conquista di un voto, anche a discapito della sobrietà del ruolo, ha parlato di “Caccia a evasione che non si fa su piccoli commercianti con pizzo di Stato”.
Quanti contribuenti che pagano, per dirla con una comprensibile metafora, un pranzo mai apparecchiato, vorrebbero essere piccoli commercianti pronti a pagare il dovuto e non l’eccesso, senza sentirsi dire da una massima espressione dello Stato che l’istituzione che rappresenta chiede loro il pizzo. Non mi azzardo a mettere in campo tanto fervore, che anima chi fa la spola tra l’essere di lotta e di governo; mi milito, semplicemente ad inquadrare il mio contributo critico senza oltrepassare gli argini del mio vissuto.
Ritengo, tuttavia, indispensabile , considerato che la struttura ha gli strumenti idonei per farlo, che si proceda ad una ricognizione puntuale delle aree interessate da interventi di bonifica realizzati o in via di realizzazione e si indirizzi il balzello ai fruitori effettivi degli interventi. Infine sarebbe cosa utile, e di sicuro respiro democratico, che il Consorzio programmi i suoi interventi sul territorio e ne informi l’utenza coinvolta attraverso i canali di informazione che non mancano.
Sul resto si può e si deve discutere, ma accettare supini di pagare un pranzo mai consumato, è un atto di prepotenza intollerabile.
Sicuro che non mancherete di interagire, sempre con sano spirito critico, alla mia appassionata provocazione, Vi invio un cordiale saluto.
Fiore Isabella
(Già Consigliere Comunale di Lamezia Terme)