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Concluso il seminario seminario “Cambiamenti climatici e conflitti – Ruolo dell’informazione e dell’educazione ambientale”

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Concluso il seminario seminario “Cambiamenti climatici e conflitti - Ruolo dell’informazione e dell’educazione ambientale”

Questo è quanto emerso dall’intervento di Prestinizi al seminario “Cambiamenti climatici e conflitti – Ruolo dell’informazione e dell’educazione ambientale” che si è svolto nella giornata di domenica 27 maggio al Chiostro di San Domenico a Lamezia Terme

L’evento è stato promosso dalla testata giornalistica online CentroSud24 e dalla casa editrice Rubbettino Editore, con il patrocinio del Consolato della Repubblica Democratica del Congo a Napoli, della Fondazione Sapienza Roma, del Comune di Lamezia Terme, del Sistema Bibliotecario Lametino e del Caffè Chiostro di san Domenico.

A salutare gli ospiti, il sindaco cittadino Paolo Mascaro e la consigliera regionale Amalia Bruni.

Ha avviato i lavori di Rosella Cerra, direttore di Centrosud24-Calabria. «Questo è il primo seminario sui “Cambianti climatici e conflitti – Ruolo dell’informazione e dell’educazione ambientale”.

Seguirà un secondo che avrà come sottotitolo “Ruolo dell’economia e della politica ambientale, perché i temi sono interconnessi»

CAMBIAMENTI CLIMATICI E CONFLITTI – PRIMA PARTE

A moderare gli interventi della mattinata Emanuele Guarna Assanti, Vicedirettore di Centrosud24-Calabria.

Prestininzi – «Man mano che approfondisco questo tema trovo solo delle truffe scientifiche»

il professore Alberto Prestininzi ha illustrato, in un lungo e articolato intervento, la tesi contenuta nel libro “Dialoghi sul clima -Tra emergenza e conoscenza”. Ha iniziato definendo il ruolo che inizialmente aveva l’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) di analizzare i dati forniti dal mondo della scienza sugli effetti delle emissioni antropiche nell’atmosfera e gli effetti sul clima. Ma poi «Questo argomento di prevalente carattere scientifico ha cominciato a subire delle metamorfosi ed è diventato un argomento puramente politico e giornalistico. Ed è stato completamente sottratto alla discussione e al confronto all’interno delle università [i vertici sono tutti economisti, non scienziati, preciserà in seguito]». Continua con delle affermazioni anche gravi «Man mano che approfondisco questo tema trovo solo delle truffe scientifiche», ma che illustra con dati e argomentazioni scientifiche. “Noi tutti siamo sotto l’egida degli accordi di Kyoto prima e di Parigi dopo. Quindi tutti gli stati dovrebbero, o avrebbero dovuto mettere in atto una serie di azioni per ridurre le attività che producono questi gas serra (…) perché non c’è dubbio che noi mettiamo in atmosfera, attraverso combustibili fossili, CO2. Il problema è capire che effetto ha». Illustra una serie di dati circa l’affettiva riduzione delle emissioni e l’impatto sulla economia che queste azioni hanno o potrebbero avere se attuate. Ad esempio, tutti gli stati europei contribuisco alle emissioni globali per l’8%. La riduzione di tale quantità sarebbe quindi pressoché inutile e non misurabile, in quanto è una quantità al di sotto della sensibilità degli stessi strumenti di misura, con un costo di mille miliardi l’anno con conseguenti moltissime perdite di posti con lavoro.

Trenta- “Mi sono sempre chiesta se i messaggi che ha dato Greta fossero veramente non condizionati da qualcuno”

Ha fatto seguito l’intervento di Elisabetta Trenta, già Ministro della difesa del Governo Conte, esperta di geopolitica e vicedirettore di Centrosud24.  Riallacciandosi all’intervento di Prestininzi commenta “Una condizione di urgenza ed emergenza che condiziona poi le decisioni politiche” – continua –  “Sono d’accordissimo sul fatto che la politica debba seguire la conoscenza e vorrei dare una piccola giustificazione all’utilizzo anche di scenari catastrofici, perché a volte viene utilizzato perchè politicamente aiuta a vedere che cosa succederebbe se questo fenomeno fosse estremizzato. Ma non deve essere uno strumento che invece condizioni politicamente le decisioni per arrivare ad un altro risultato. Insomma lo dico chiaramente: mi sono sempre chiesta se i messaggi che ha dato Greta fossero veramente non condizionati da qualcuno che invece ci stava spingendo verso qualcosa ….. Subito dopo Greta si era ricominciato tantissimo a parlare di energia nucleare”. Entrando nel vivo del tema afferma; “c’è un grandissimo aumento delle migrazioni. E le migrazioni sono una risposta a conflitti, sono una risposta alla mancanza di risorse. Ma sono state anche sempre una risposta ai cambiamenti climatici”. Ma una concausa è anche l’aumento demografico. Fa un riferimento preciso alla Siria come uno dei primi esempi di conflitto legato al cambiamento climatico, scoppiata dopo una grande siccità.

Alessandro Mazzitelli, docente di Economia dell’Ambiente presso l’Unical, ha «apprezzato molto l’intervento del professore perché ci ha portato dei dati. Perché sono i dati che contano, sono i fatti». Ha continuato il suo intervento illustrando dal punto di vista giuridico il tema.

Melone- In Congo una guerra da oltre 20 anni con 6 milioni di vittime – ogni giorno muoiono circa 300 bambini nelle miniere e nessuno ne parla

Ha concluso il primo ciclo di interventi Angelo Meloni, Console Onorario della Repubblica Democratica del Congo a Napoli. Ha ripreso i temi dei conflitti provocati dai cambiamenti climatici, facendo un focus sul Congo. «Il 92% delle terre rare, l’85% del cortan e del cobalto viene estratto dalla Repubblica Democratica del Congo (…) il più delle volte vengono estratte violando qualsiasi diritto umano» – il cobalto viene utilizzato per la costruzione delle batterie delle macchine elettriche – Le ricchezze di questo paese, ma anche di molti altri paesi africani, hanno determinato di fatto la colonizzazione. Attualmente c’è una guerra da circa 20 anni per l’accaparramento delle risorse naturali, fra gli eserciti irregolari di mercenari, che ha già provocato 6 milioni di morti, con 4milioni di sfollati interni. Una guerra alimentata dal Ruanda che preleva queste risorse minerarie e le esporta in tutto il mondo. «ogni giorno muoiono circa 300 bambini nelle miniere e nessuno ne parla».

CAMBIAMENTI CLIMATICI E CONFLITTI – SECONDA PARTE

A moderare la seconda parte è stato Luca Antonio Pepe, Direttore Editoriale CentroSud24.

Franco – “ci piace il pensiero eretico, laterale, che non si allinea al pensiero unico”

La ripresa pomeridiana dei lavori ha visto l’apertura di Luigi Franco, direttore Editoriale della Rubbettino. “Professore Prestininzi, ma quale eresia va raccontando nel suo libro? Ma a noi come casa editrice piacciono gli eretici, ci piace il pensiero eretico, laterale, che non si allinea al pensiero unico, e quello che cerchiamo di fare come editori è quello di dar voce alle idee in maniera assolutamente laica”

Palmieri – “L’educazione ambientale è oggi uno dei compiti fondamentali della scuola”

Ha fatto seguito l’intervento di Elvidio Lupia Palmieri, Ordinario di Geografia Fisica, già Preside della Facoltà di S.M.F.N. Università Sapienza di Roma. Fa un “apprezzamento per questa iniziativa che dovrebbe essere ripetute e moltiplicata in varie serie. Informazione e educazione ambientale sono due facce della stessa medaglia. L’educazione ambientale è oggi uno dei compiti fondamentali della scuola, dall’infanzia all’università, ma deve essere basata su una informazione corretta e completa”

Siviero – “Sul tema del clima ne ho sentite talmente tante – i dati sono incontrovertibili”

Enzo Siviero, Rettore dell’Università e-Campus, e direttore della rivista degli ingeneri di Padova “Galileo”, ripercorre le fasi di come è nato “Dialoghi sul clima”, nato dalla necessità di fare un po’ di chiarezza mettendo insieme più voci e dati scientifici. “I dati sono incontrovertibili. È nell’interpretazione dei dati che possiamo ragionare”. Una riflessione sul concetto di libertà “Libertà è pensare, è esprimere il proprio pensiero, libertà è agire. In queste parole, pensare, trasmettere e agire sia la sintesi di questo libro”.

Naddei – il ruolo dell’informazione è chiaro in quest’ambito.

«Sono tre i punti che un giornale deve seguire per potere analizzare tematiche delicate come questa. Il primo è l’ascolto degli esperti. Il giornalista non deve dare giudizi e risposte ma dovrebbe chiederle agli esperti. Altro punto è lo spazio che viene dato. Abbiamo organizzato questo momento proprio per dare la possibilità di dialogare. L’altro punto è la diffusione, non solo le opinioni ma anche i dati».

Cerra – l’educazione ambientale va affrontata sin dall’infanzia, è il momento dell’imprinting

Antonella Cerra, Dirigente Scolastica IC Santa Eufemia e Don Milani di Lamezia Terme, ha puntualizzato quanto sia importante l’educazione ambientale fin dall’infanzia perché quello è il momento dell’imprinting nello sviluppo della coscienza e della consapevolezza. «Non sono un’esperta del tema climatico, ma sono un’esperta del sistema educativo. Ognuno di voi mi ha dato degli elementi: dalla criticità con cui bisogna affrontare il sapere, il discernimento delle informazioni. Io sono una dirigente scolastica di primo ciclo. La tematica ambientale va affrontata sin dall’inizio, dalla scuola dell’infanzia, poi nella scuola primaria e poi la secondaria di primo grado. Vedo i bambini arrivare a tre anni e andare via a quattordici. È un’età su cui si può coltivare tanto e dare l’imprinting».

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