9 luglio 2006: Il cielo era azzurro sopra Berlino. Dieci anni fa diventammo campioni del mondo
3 min di lettura«Il cielo è azzurro sopra Berlino; siamo campioni del mondo!». Usciamo momentaneamente, per questa puntata, dal filo conduttore della rubrica, il Novecento, non potendo trascurare la ricorrenza dei dieci anni da quelle gioiose parole, pronunciate dal telecronista Rai Marco Civoli subito dopo il rigore decisivo di Fabio Grosso che, poco prima la mezzanotte del 9 luglio 2006, un decennio fa, nella finalissima del Mondiale in Germania contro i cugini francesi, ci consegnò la Coppa del Mondo; fu la quarta nella storia della nostra nazionale di calcio.
Da allora molto è cambiato: una finale a Euro 2012, un ultimo più che dignitoso campionato europeo concluso una settimana fa nella roulette dei calci di rigore contro la Germania, campione del mondo in carica, ma anche due bruttissime eliminazioni al primo turno nei Mondiali 2010 e 2014, frutto di un inaridimento, di un’involuzione del prodotto calcistico interno che non è riuscito a forgiare un’altra generazione di talenti come quella scesa in campo in quella meravigliosa sera di centoventi mesi fa. Ripercorriamo, dunque, nome per nome tutti i protagonisti di quella formazione che ci portò sul tetto del mondo. In porta la leggenda Gigi Buffon, difesa granitica con Zambrotta, Cannavaro, Materazzi e Grosso, in centrocampo il mastino Gennaro Gattuso, il maestro Andrea Pirlo, Camoranesi e Perrotta, in attacco Francesco Totti e Luca Toni. A partita in corso entrarono il giovanissimo Daniele De Rossi, Vincenzo Iaquinta e Alex Del Piero.
Dopo i gol di Zizou Zidane e Marco Materazzi (protagonisti poi della celebre zuccata del fuoriclasse francese ai danni dell’allora difensore interista) nei tempi regolamentari, ai rigori furono decisivi i centri di Pirlo, ancora di Materazzi, di De Rossi, Del Piero e ultimo Fabio Grosso, già decisivo nel turno precedente con il gol che frantumò l’equilibrio al penultimo minuto dei supplementari contro la Germania. Per i galletti fatale fu la traversa centrata da David Trezeguet. La Nazionale allenata da Marcello Lippi riuscì a prevalere dagli undici metri, rigori che nelle precedenti circostanze si erano rivelati atroci nemici dei colori azzurri (semifinale dei mondiali di Italia 90 contro l’Argentina di Maradona, finale di Usa 94 a Pasadena contro il Brasile, quarti di France 98 ancora contro i transalpini). La scena della coppa alzata al cielo di Berlino da parte del capitano Fabio Cannavaro fu vista dalla maggior parte degli italiani soltanto il giorno successivo: a quell’ora tutti erano già riversati per le strade e le piazze del Bel Paese in preda alla festa e all’euforia collettiva.
Antonio Pagliuso