Attivisti M5S: la “Lamezia promessa” da Mascaro resta solo un’illusione
3 min di letturaC’è un filo che lega da sempre l’indirizzo politico delle amministrazioni comunali di Catanzaro, che siano di destra, di sinistra o civiche poco importa.
È il programma di accentrare tutti i servizi ospedalieri e sanitari, nonché quelli amministrativi e direzionali nella città dei tre colli e di difendere ad oltranza questa visione accentratrice, costi quel che costi nei rapporti col resto dei comuni della Provincia e soprattutto col comune di Lamezia. Non a caso tra i politici catanzaresi di ogni colore corre da sempre la battuta che la nostra città può campare producendo e vendendo la “lattuga” coltivata nella piana, loro devono campare solo di servizi sanitari ed amministrativi.
Questo filo d’Arianna è stato tranquillamente (e supinamente) raccolto dall’attuale Sindaco Fiorita, che ha in programma di fare la Grande Catanzaro chiamando a raccolta tutti i comuni che le gravitano intorno e spingendosi fino a S. Pietro a Maida (in una sorta di accerchiamento di Lamezia).
Sia chiaro. Ogni Comune sceglie liberamente i suoi amministratori, i suoi programmi di sviluppo e di sopravvivenza e fa conseguentemente le scelte che ritiene giuste. Quel che in tutto questo stride sono però l’ignavia e la cecità dell’attuale amministrazione di Lamezia (e di tutte quelle che l’hanno preceduta), che continua a non capire la decisiva importanza di mantenere stretti legami con le amministrazioni del comprensorio lametino, di riqualificare e rilanciare insieme servizi e reti dei collegamenti interni (scuole; sanità; terme; consorzi industriali – agricoli – commerciali; trasporti; reti connettive e via dicendo) e di creare un’unità che punti a programmare e valorizzare le potenzialità inespresse che l’aria lametina complessivamente ha nei settori dell’industria, dell’agricoltura e del turismo (sull’asse territoriale costa-terme-aree collinari e montane).
Si tratta infatti di un’amministrazione, la nostra, che è completamente sparita dal governo della SACAL (e quindi del nostro più importante asset strategico) pur possedendone la seconda quota sociale per valore; che ha buttato al vento l’intesa con tutti i 21 Sindaci del comprensorio faticosamente costruita dall’associazionismo in difesa degli Ospedali di Lamezia e Soveria; che per cercare di sopperire agli annosi debiti con la Multiservizi, che il nostro Comune non riesce a saldare, ambiva a farne una azienda dedita a costruire terze e quarte e quinte discariche in aree di pregio agricolo e, fra un po’, anche di sviluppo commerciale.
(Ed a proposito di bilanci, chi non si è dimenticato del Sindaco che gridava ai sette venti di aver risanato il buco lasciatogli dall’Amministrazione Speranza e d’aver riportato in sesto i conti comunali vada ora a leggersi la relazione dei Revisori dei Conti sull’ultimo bilancio approvato e vi troverà che i conti sono disastrati come, se non peggio, di prima. Tant’è che alla seduta del Consiglio convocata per approvarlo non hanno partecipato né la Segretaria Comunale e né la Dirigente del Settore sua supplente e che per riuscire ad approvarlo il Sindaco è stato costretto a nominare come Segretaria ad hoc un’altra Dirigente comunale).
Purtroppo per la città è solo questa la “Lamezia promessa” del Sindaco Mascaro e finché dura questa sua amministrazione dobbiamo acconciarci a subire ogni prevaricazione ed ogni accerchiamento e rinunciare a sperare di poter diventare ed essere la città promotrice e traino di politiche comprensoriali di sviluppo, di difesa dell’ambiente e di promozione economica e sociale.