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Andy Timmons e gli Heroes And Monsters infiammano Martirano Lombardo

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Andy Timmons e gli Heroes And Monsters infiammano Martirano Lombardo

A night to remember. Anzi, meglio due. Perché, in effetti, diciotto anni di attività meritano d’esser festeggiati in grande stile

Da qui la scelta del RockOn Martirano Lombardo di raddoppiare e modellare una sedicesima edizione mostruosa con cui accarezzare le due anime della manifestazione martiranese: quella più strumentale, rappresentata da un gigante delle sei corde come Andy Timmons, e quella più band oriented con gli Heroes And Monsters, supergruppo formato da tre autentici fuoriclasse quali Stef Burns, Will Hunt e Todd Kerns.

Ad alzare il sipario, la sera del 16 luglio, un punto di riferimento per generazioni e generazioni di chitarristi, colui che già nel lontano 2008 rappresentò uno dei primissimi eventi di prestigio del RockOn. Accompagnato dall’ottima sezione ritmica composta da Marco Galiero (basso) e Antonio Muto (batteria), Andy Timmons, sul palco di Piazza Matteotti, ha fatto sfoggio, ancora una volta, di un background enciclopedico, capace di combinare con grande disinvoltura generi diversi (prog, fusion, blues, hard rock e, ovviamente, shred neoclassico), ma mai in modo sterile o autoreferenziale.

Perché, alla base di tutto, nella musica del chitarrista dell’Indiana (ma texano d’adozione), c’è qualcosa che è sempre andato oltre il mero virtuosismo o il “semplice” shredding, sul finire degli anni ’80  passe-partout imprescindibile per accedere all’universo hard’n’heavy. C’è una tecnica enorme, certo, ma ci sono anche feeling, espressività e una sensibilità pop notevole, coltivata sin dagli esordi con i Danger Danger ma soprattutto attraverso l’ascolto compulsivo di gente come i Beatles, ad esempio.

Un grande amore celebrato persino con un album, “Andy Timmons Plays Sgt. Pepper” (2011), in cui rivisitare, a suo modo, il rivoluzionario capolavoro dei Fab Four uscito nel 1968. Ed è proprio la sua straordinaria versione di “Strawberry Fields Forever” uno dei principali highlights di un set in perfetto equilibrio tra classici del suo repertorio (“Super ‘70s”, “Electric Gipsy”, “Pink Champagne” e le immancabili acrobazie barocche di “Groove Or Die”) e brani più recenti che impressionano per qualità di esecuzione (degno di nota anche il gran lavoro della sezione ritmica composta dal duo Galiero/Muto), pulizia dei suoni e abilità compositive.

È il caso dell’unico estratto dall’ultima fatica in studio, “Electric Truth”: “Take Me With You”, power ballad da brividi cantata da un Timmons rivelatosi anche singer particolarmente dotato. Uno dei momenti più emozionanti dell’intera serata in grado di competere, per pathos e consensi, con la celebre “Cry For You”, probabilmente il momento più atteso dai numerosi fan accorsi da ogni dove. Come il piccolo Alessandro, protagonista di un toccante siparietto sul palco con il guitar hero americano: qualcosa difficile da dimenticare, al pari di quella “Little Wing” finale impreziosita dai fuochi d’artificio voluti dall’amministrazione comunale, tra i promotori dell’evento assieme a Pro Loco e Comitato Madonna del Carmine, per salutare degnamente una lunga giornata di festa.

Sembrava impossibile ma, archiviato lo straordinario live di Andy Timmons, la serata conclusiva del 29 luglio è riuscita ad alzare ulteriormente il tasso di adrenalina, dando vita a qualcosa di epocale. D’altronde, quasi inevitabile se si parla di un mostro a tre teste chiamato Heroes And Monsters, power trio composto da Stef Burns (chitarrista di Vasco Rossi, Alice Cooper e tanti altri), Will Hunt (storico batterista degli Evanescence)  e Todd Kerns (bassista e corista di lungo corso per i “Cospiratori” di Slash). Il supergruppo targato Frontiers è approdato a Martirano Lombardo per l’unica tappa calabrese dell’Angels Never Sleep Summer Tour, tour di supporto al loro recentissimo debut, tra le migliori uscite discografiche hard’n’heavy del 2023. Un album frutto del bagaglio dei tre musicisti coinvolti, in bilico tra hard rock di stampo ‘70s e metal anni ‘80, ma dalle sonorità piuttosto moderne e catchy quanto basta per far breccia nelle charts.

Ne sono chiaro esempio i diversi singoli in heavy rotation nelle principali stazioni radiofoniche nazionali, non a caso già perfettamente assimilati e cantati a squarciagola dal numeroso pubblico del RockOn. Canzoni come le incendiarie “Raw Power” e “Locked And Loaded”, la power ballad “Angels Never Sleep” e, soprattutto, le radio friendly “Don’t Tell Me I’m Wrong” e “Let’s Ride It”, ponte ideale tra i Queen e la scena del Sunset Strip. Al di là dell’innegabile potenziale pop, vi è però una componente fondamentale nella musica degli Heroes And Monsters: la classe cristallina di tre musicisti dal talento innato, tre autentiche rockstar protagoniste di un set ad alto voltaggio candidato a divenire il live dell’estate, almeno in ambito rock. Difficile, in effetti, riuscire a replicare la carica esplosiva di uno show simile, impreziosito da un’incredibile tecnica sempre al servizio del groove e del sacro fuoco del rock’n’roll.

Si viaggia ad altissima velocità, senza fronzoli, trascinati dai riff spigolosi e dagli assoli fulminanti di Burns, dalla voce limpidissima di un Kerns sempre impeccabile e dal drumming impetuoso di un Hunt pienamente a suo agio persino nel confrontarsi con un certo Rob Halford su “You’ve Got Another Thing Comin’”, cover dei Judas Priest cantata proprio dal batterista americano, ancora sugli scudi per “Rock And Roll All Nite” dei Kiss. Microfono di nuovo al frontman Kerns, invece, per il tripudio finale nel segno dello sleaze/glam, con due grandi anthem del metal anni ’80: “Welcome To The Jungle” dei Guns N’Roses e una devastante “Kickstart My Heart” dei Mötley Crüe, ultimo infuocato atto di un’altra edizione destinata a rimanere negli annali. Merito non solo dei due headliner, ma anche di chi ha avuto l’arduo compito di scaldare l’atmosfera in vista di live così attesi.

Si tratta del post-punk i di matrice psych dei Nimby, primi a salire sul palco del volume uno, e del folk intriso di bluegrass di Al The Coordinator (aka Aldo D’Orrico), opening act dell’ultimo valzer del 29 luglio. Due set diametralmente opposti e – soltanto apparentemente – distanti dal repertorio di Andy Timmons e Heroes And Monsters, eppure apprezzatissimi da tutti i presenti, artisti inclusi. La ciliegina sulla torta di un RockOn XVI quanto mai trasversale, capace di abbracciare la musica rock in tutte le sue declinazioni.

AL THE COORDINATOR (Foto Marika Greco)

A night to remember, sì. Anzi, meglio due.

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