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Morti sul lavoro in Italia. Primo semestre 2023 segnato dalla tragedia di 450 vittime

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Sono 346 gli infortuni mortali registrati in occasione di lavoro (+1,2% rispetto allo stesso periodo del 2022). E 104 quelli in itinere

E la situazione è sempre più drammatica per l’osservatorio vega engineering per l’elevata incidenza di mortalità dei giovanissimi con un’età compresa tra i 15 e i 24 anni. Quasi il 100% in più rispetto ai colleghi nella fascia tra i 25 e i 34 anni. E fino ai 14 anni si rilevano ancora 30.712 denunce di infortuni (oltre il 10% del totale).

E il livello d’emergenza è elevato ancora per i lavoratori stranieri: il loro rischio di infortunio mortale è quasi doppio rispetto agli italiani, con un’incidenza di mortalità di 25,3 contro il 13,8 degli italiani.

Sempre in diminuzione dall’inizio dell’anno le denunce di infortunio totali: -22,4% rispetto a giugno 2022. Un dato positivo che anche a chiusura del primo semestre è importante spiegare: nei primi sei mesi del 2022, infatti, gli “infortuni per covid” erano ancora molto numerosi. Dunque, è la conclusione dell’emergenza sanitaria la vera causa di questo significativo decremento.

L’attività manifatturiera rimane il settore più colpito dagli infortuni (35.503).

Sul podio dell’insicurezza in zona rossa ci sono: Umbria, Abruzzo, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige. Questa è la prima istantanea della mappatura dell’emergenza dell’osservatorio Vega Engineering che aiuta a capire dove i lavoratori hanno rischiato maggiormente la propria vita da gennaio a giugno 2023.

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