Il progetto di fusione tra Cosenza, Rende e Castrolibero: tecnica e opportunità
2 min di letturaFCCN, Fusione tra Comuni Coordinamento Nazionale è, sin dal 2016, l’unico soggetto non pubblico che promuove le fusioni in tutto il Paese
Comunicato Stampa
Tiene assieme oltre 30 specifici comitati locali e più di 100 associazioni.
È al fianco delle amministrazioni nate da fusione, ha rapporti costanti con quasi tutte le giunte regionali e ha interlocuzioni con i governi e con il Parlamento.
Ha ottenuto, grazie a un partecipato convegno tenutosi al Senato della Repubblica a febbraio, due significativi risultati: sui contributi statali incentivanti, passati da 10 a 15 anni, e il superamento del tetto dei contributi per le grandi fusioni, passato da 2 a 10 milioni di euro.
Abbiamo dunque le carte in regola per poter esprimere la nostra opinione sul progetto calabrese.
Lo abbiamo già fatto e lo ribadiamo in questa sede.
Le fusioni funzionano e migliorano la vita dei cittadini.
Il responsabile tecnico di FCCN, professor Luigino Sergio, fiore all’occhiello della nostra associazione e massimo esperto italiano in materia, si è chiaramente espresso in tal senso, con argomentazioni proprie al suo ruolo, che sono appunto, “tecniche”.
Noi pensiamo però che, anche in questo caso, vadano approfonditi ulteriori aspetti che potremmo arrivare a definire “etici” ma ci limitiamo a chiamarli di “opportunità!”
E questo approccio ci porta a definire il progetto portato avanti con inusuale determinazione dal presidente Occhiuto, semplicemente “sbagliato”.
Perché Cosenza è in dissesto economico. Perché Rende è commissariata per infiltrazioni mafiose.
Perché Occhiuto ha modificato la norma sul referendum consultivo rendendo privo di significato un istituto che, essendo consultivo, lasciava comunque le mani libere alla Regione.
Perché Cosenza è una città di dimensioni tali da, se affidata dai suoi cittadini a una classe politica all’altezza, eccellere in qualità della vita e in crescita economica.
Perché, infine, una fusione così forzata, senza un adeguato coinvolgimento dei cittadini e degli amministratori, priva di quei presupposti di razionalità che avrebbero dovuto indirizzare il decisionismo occhiutano verso aree della sua Regione – ben più bisognose di modifiche del governo di quei territori – rischia di diventare un vero e proprio boomerang per i percorsi di fusione in Italia, vanificando il lavoro di illuminati legislatori, di lungimiranti sindaci e, per quel che può valere, anche della nostra associazione.
Antonello Barbieri
Presidente FCCN
Fusioni tra Comuni, Coordinamento Nazionale.