Lo scrittore catanzarese Vincenzo Ursini vince il premio ANPCI
4 min di letturaCon il romanzo inedito “La ritornanza” lo scrittore catanzarese Vincenzo Ursini ha vinto la II edizione del Premio Letterario Nazionale ANPCI
Dopo aver vinto a Milazzo, lo scorso 25 agosto, la V edizione del premio “Teseo”, con il romanzo inedito “La ritornanza”, lo scrittore catanzarese Ursini ha adesso vinto la II edizione del Premio Letterario Nazionale ANPCI (Associazione Nazionale dei Piccoli Comuni d’Italia) la cui premiazione si terrà a Cardè il prossimo 23 settembre, alle ore 10:00, presso la Confraternita di San Sebastiano. L’evento è parte integrante del programma della XXIII Assemblea Nazionale e della XVIII Festa Nazionale dell’ANPCI, in programma dal 22 al 24 settembre nei vari comuni dell’Associazione Octavia, in provincia di Cuneo.
I piccoli comuni, sono per l’ANPCI il cuore pulsante del Paese. La prestigiosa giuria, presieduta dal prof. Francesco Garofalo, giornalista e docente universitario di Storia delle Istituzioni Politiche e Sociologia, era composta da Antonio Argentino, Ida Paola Cerenzia, Antonio Filardi, Eugenio Maria Gallo, Valerio Grosso, Teresa Iona, Laura Marchetti, Gerardo Melchionda, Antonio Pettinato, Renato Pellegrino, Carmela Pistone, Giuseppe Rizzuti, Zaccaria Spina, Enrico Vignati: docenti, professori universitari, giornalisti, sindaci, tutti orientati a celebrare, con la straordinaria bellezza delle parole, i piccoli borghi di provincia.
“La ritornanza” è “romanzo delle memoria”, in cui “un passato mai conchiuso – ha scritto pochi giorni fa la giuria del premio “Teseo” (Maria Lizzio, Silvana Gitto, Giovanni Albano, Francesca Roveri e Salvo Pandolfo) – è motore vitale del presente e di una ricerca inesausta di autenticità. Così, nell’intimo, c’è un consapevole recupero, da parte del protagonista, dei luoghi e dei volti dell’infanzia che hanno nutrito la sua anima. Egli ritorna, infine, a se stesso, e, agganciate le proprie radici, può ricominciare a vivere e ad amare. Romanzo pregevole anche per lo stile sobrio e misurato, cui non manca, a tratti, l’intensità di alti momenti di lirismo”.
Questa nuova affermazione a distanza di pochi giorni dalla prima, proietta lo scrittore catanzarese, senza alcun dubbio, nel panorama variegato della nuova narrativa contemporanea, soprattutto se si considera il fatto che Ursini, nel mese di marzo, aveva già vinto, con lo stesso romanzo, un altro prestigioso concorso letterario.
“La ritornanza” è la storia di un docente universitario che in età matura, torna dalle fredde lande del Nord ai luoghi della propria infanzia, attratto da una sorta di richiamo ancestrale e invincibile verso quel variegato universo fatto di colori, suoni, sapori e odori che non hanno eguali: la sua Calabria povera di beni materiali ma ricca di umanità, valori autentici, generosità vera. Lì, il protagonista è stato bambino, cresciuto in fretta per la povertà e per la precoce perdita del padre, uomo profondamente giusto, onesto e laborioso; lì ha visto la sua devota e dolce madre dedicarsi alla famiglia e impastare il pane, insegnandogli a vivere con uno sguardo pieno di premura e di rispetto verso il Cielo e verso la Terra, in particolare nei confronti dei più poveri; lì ha vissuto i primi fremiti amorosi e i primi slanci verso nobili ideali di riscatto e libertà. E, grazie a questa “ritornanza”, tornando in questo luogo, insieme metaforico – vera e propria dimora dell’anima – ed estremamente concreto, piano piano, insieme ai propri ricordi, ritrova se stesso, le proprie radici, il proprio autentico volto interiore che è dato dal senso di appartenenza a una storia famigliare, a un territorio che non è solo un fatto geografico, ma è soprattutto una cultura e uno sguardo, unico e palpitante, sul mondo e sull’umanità, che colma il cuore di commozione, di bellezza e di speranza. «Un ritorno alle radici – scrive Biancamaria Folino – e a Maria, primo amore, mai dimenticato. Si torna a sé stessi e ai luoghi che ci hanno permesso di essere chi siamo oggi».
Ursini, nel prendere atto della comunicazione, ha inteso ringraziare l’Ufficio di Presidenza e il Direttivo dell’ANPC “per aver promosso una simile iniziativa”, ma soprattutto l’intera giuria “per la grande onesta intellettuale manifestata durante tutta la fase di selezione”.
“Questo romanzo – ha sottolineato – vuole essere un doveroso omaggio al mio paese, alla sua gente, ai tanti amici che, nei momenti di difficoltà, mi hanno sostenuto con affetto, condividendo con me gli stessi ideali di giustizia e di lotta contro le miserie e le prevaricazioni politico-sociali della Calabria”.