Lamezia. Noi Moderati: moderazione torni ad orientare le scelte politiche e amministrative
4 min di letturaLa catena di errori tecnici e politici che infesta l’azione dell’amministrazione lametina deve trovare una sua fine
Comunicato Stampa
Un recente intervento di Giulio Tremonti sul Corriere della Sera spiega bene un concetto per noi oggi importante, ossia che il tanto declamato “whatever it takes” è una formula che non comprende anche il “whatever mistakes”.
Quando la necessità lo impone, si può certamente agire “ad ogni costo”, e tuttavia non “a costo di ogni errore”, perché la commissione di errori ha un costo che finisce per compromettere il raggiungimento dell’obiettivo avuto di mira.
“A costo di ogni errore” è perciò la frase che, meglio di ogni altra, sintetizza e chiarisce le caratteristiche e le dinamiche dell’azione politico amministrativa portata avanti dall’Amministrazione in carica nella nostra città, e che spiega le premesse e le ragioni di quella che ci appare come una difficilmente evitabile deriva verso conseguenze non facilmente arginabili e sicuramente perniciose.
Il parere negativo dei revisori dei conti sul bilancio di previsione, documento contabile che è un po’ il biglietto da visita di un’amministrazione pubblica, soprattutto quando questa si candida ad essere protagonista delle occasioni di sviluppo derivanti dall’attuazione del Pnrr, è un fatto che pesa come un macigno sulla credibilità del comune di Lamezia Terme.
Il bilancio di un comune deve essere infatti un po’come la moglie di Cesare e perciò non essere adombrato nemmeno da sospetti, figuriamoci se da una certificazione negativa dei revisori.
E’ davvero sconcertante che l’Amministrazione, invece di giungere con il confronto a modulare il documento contabile in termini tali da scongiurare le obiezioni dei revisori, abbia inteso, molto semplicemente, dichiarare guerra senza quartiere ai revisori ed alle loro conclusioni, nonché ai consiglieri comunali esplicitamente contrari all’approvazione di un bilancio compromesso da un parere fortemente negativo e che lo espone ai rilievi della Corte dei Conti.
Una guerra ai mulini al vento, pure pesantemente condita da performances palesemente incongrue rispetto alla gravità delle questioni in ballo, cui hanno fatto seguito le dimissioni dei tre revisori.
L’idea che questa catena di errori da matita blue possa considerarsi una serie di fatti che non avranno conseguenze negative sul bene della nostra città, solo perché un risicato numero di consiglieri comunali, neppure particolarmente entusiasti e comunque in larghissima parte silenti, di gran lunga inferiore al numero complessivo dei consiglieri comunali, ha consentito l’approvazione del bilancio, fa davvero da un lato sorridere e dall’altro preoccupare.
Il comune di Lamezia Terme si presenta oggi in ogni sede istituzionale e davanti ai cittadini con un bilancio non dotato di un positivo parere tecnico e neppure di un positivo parere politico.
In modo variamente declinato, tutti i consiglieri che non hanno approvato il bilancio, così come le forze politiche ad essi vicine, hanno chiaramente manifestato la loro contrarietà al documento contabile, ancorando l’opzione di non esplicitare in consiglio comunale la loro posizione al fine di chiudere le porte ad un prolungato commissariamento della città, di chiudere essi solamente quelle stesse porte che invece l’ostinazione dell’amministrazione ad insistere su un bilancio privo del parere favorevoli dei revisori aveva ormai spalancato alla conseguenza commissariale.
La catena di errori tecnici e politici che infesta l’azione dell’amministrazione lametina deve trovare una sua fine.
Di Lamezia Terme viene riflessa una immagine non già di una città aperta ed in rete, ma quella di una sorta di cittadella assediata, circondata da nemici esterni ed infettata da nemici interni.
Questo è il veleno più subdolo e letale che viene costantemente inoculato nel senso comune dei cittadini, anche nei rapporti personali e sociali.
Una banale dottrina del nemico fondata sulla paura, che aleggia ormai da troppo tempo e che condiziona la qualità delle libere scelte.
Una paura istillata con la tecnica dell’attenti al lupo, ad un lupo che però sembra essere più un cane lupo, perché addestrato a far capolino alla bisogna.
Il partito di Noi Moderati si augura che sia la moderazione a tornare ad orientare le scelte politiche ed amministrative e la prassi delle relazioni istituzionali della nostra comunità, attraverso sobri protocolli di comportamento all’altezza del decoro delle funzioni ricoperte.
La politica, intesa come collegamento tra le esigenze dei cittadini lametini e le risposte da dare, deve ormai farsi carico a Lamezia Terme di un alto compito educativo, in uno scenario compromesso da un ordine pubblico claudicante e dalla mancanza di esempi di austerità e compostezza da osservare a prescindere dalla ragione o dal torto ricevuti.
Noi moderati faremo fino in fondo la nostra parte ponendo al bando ogni estremismo, condizione essenziale per la riedificazione morale e sociale della nostra Lamezia Terme.
Il Presidente
Avv. Giuseppe Spinelli
Il Coordinatore
Dott. Antonio Mazzei