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Lamezia, l’ex consigliere Isabella fa il punto sulla situazione attuale

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Preoccupato dell’attuale situazione che aleggia sulla città di Lamezia Terme, l’ex consigliere Isabella stila una lista di 10 punti “critici”

comunicato stampa

Intervengo anch’io nella riflessione sul momento politico che attraversa la nostra città e che in questi giorni riempie le pagine dei giornali. Lo faccio consapevole che il fallimento di un’esperienza amministrativa richieda puntuali richiami critici con le annesse deplorazioni, ma, anche, uno sforzo di proporre, punto per punto, soluzioni alternative comprensibili. Aggiungo che a stimolare questo mio umile contributo non è l’autodifesa indomita, anche dell’indifendibile, dell’amministrazione al potere a Lamezia Terme, ma la difficoltà dell’opposizione di sinistra, di trovare un tavolo dove confrontarsi sul “CHE FARE?”, facendo seguire alle circostanziate analisi critiche un’idea di progettualità da proporre ai cittadini e su cui chiedere l’eventuale sostegno elettorale. Sarebbe cosa utile, in questo processo di conoscenza del fenomeno, ricorrere al metodo baconiano che distingue due parti fondamentali: la pars destruens distruttiva e la pars costruens costruttiva. Mi permetto, nel rispetto del metodo di indagine del filosofo inglese, di introdurre degli interrogativi utili a saldare la fase della prospettiva a quella dell’analisi critica, a partire dall’interazione comunicazionale :

  1. come rendere fluido il rapporto con i cittadini che segnalano dei bisogni, e che spesso suggeriscono soluzioni, a fronte di un sistema (vedi Pec) di interazione istituzionale perennemente in tilt?

  2. come pensare alla formazione iniziale ed in itinere dell’l’apparato amministrativo perché migliori la capacità di relazionarsi col pubblico, essendo ormai intollerabile che un impiegato dello stato civile, tanto per fare un esempio facilmente riscontrabile, evidenzi, al cospetto del pubblico, una faccia talmente accigliata che Dionisio, l’illustre precursore delle arti visive, non avrebbe fatto fatica ad inquadrare nei tratti inconfondibili dei protagonisti della tragedia greca?

  3. come evitare di affrontare il tema dei tributi, vedi Tari, in modo francamente poco accessibile ai cittadini meno attrezzati inserendo al posto dell’ avviso cartaceo una procedura (accesso Spid) informatica per molti, soprattutto per gli anziani, obiettivamente complicata?

  4. come pensare ai centri storici della città che stanno largamente cadendo a pezzi, risanati dall’abbandono e trasformati in risorse abitative ed in spazi di socialità, fermando l’assalto alla diligenza di territori sottratti a quel che rimane delle potenzialità produttive e consegnati alle mire incontentabili della speculazione ?

  5. come impedire a quel cimitero della storia contadina, edificato dalla Giunta Mascaro, di trasformare l’ex cantina sociale di Sambiase in un ulteriore centro commerciale e di destinarlo a parco ludico-culturale e della convivenza, fruibile dalle scuole per le loro iniziative pedagogiche interattive?

  6. come mettere mano ai torrenti che attraversano il centro urbano in vari i punti rendendo gli alvei transitabili dall’acqua costretta a fare lo slalom nei canneti?

  7. Come, costringere chi di dovere a bonificare i corsi dei torrenti fino alle sorgenti rendendo gli spazi adiacenti agli alvei luoghi fruibili dai cittadini per salutari passeggiate campestri?

  8. come mettere un freno agli innumerevoli incidenti mortali sulle strade cittadine ampliando l’organico della polizia urbana per un controllo severo della circolazione e istituendo una segnaletica più stringente in tema di contenimento della velocità, ricorrendo all’istituzione dei dossi, se occorre?

  9. come immaginare un futuro per le frazioni, collinari e montane in particolare, sottratte, con la chiusura delle unità scolastiche, alla presenza dello Stato e abbandonate al decesso di un tessuto sociale che garantiva, fino a qualche decennio fa, la cura del territorio e l’equilibrio idrogeologico?

  10. come non provare rimpianto per la proposta di consolidamento delle strutture scolastiche e dei servizi in aree baricentriche nonché delle potenzialità di sviluppo economico delle aree periferiche, sacrificate ad una visione testardamente urbano-centrica?

Con questa nota di rimpianto , termino la mia riflessione politica convinto che i punti trattati rispondano non ad una mia senile dissertazione onirica ma ad un bisogno di pensare all’utopia senza perdere di vista la concretezza immanente della realpolitik.

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