Cosenza, la cineteca della Calabria ricorda Tony Gaudio
4 min di letturaIn occasione dei centoquarant’ anni dalla nascita, la Cineteca della Calabria e la Provincia di Cosenza rendono omaggio alla figura di Tony Gaudio
In occasione dei centoquarant’ anni dalla nascita, la Cineteca della Calabria e la Provincia di Cosenza rendono omaggio alla figura di Tony Gaudio con la mostra “Tony Gaudio cinematographer/Una storia ritrovata”, dal 15 al 30 Novembre al MAM (Museo delle Arti e dei Mestieri) di Cosenza.
Si tratta di un ritorno a casa per i fratelli Eugenio e Antonio Gaetano Gaudio, che nel 1906 lasciano lo studio fotografico di famiglia, sito in Corso Telesio, per provare la grande avventura del cinema emigrando negli Stati Uniti. Con questo notevole allestimento della Cineteca della Calabria, curato da Eugenio Attanasio, Antonio Renda e Mariarosaria Donato – alla presenza di Rosaria Succurro, Presidente della Provincia che inaugurerà la manifestazione 15 Novembre presso i locali messi a disposizione dalla Provincia di Cosenza – la Calabria si riappropria di una storia importante, quella del primo italiano che vince il premio Oscar.
Bisognerebbe riscrivere la storia del cinema, partendo dalla nostra regione per fare riferimento alle grandi eredità degli italo-americani, dei quali i fratelli Gaudio rappresentano una parte di Italia meno conosciuta.
Il fondatore e presidente del Premio Mar Jonio, Luigi Stanizzi, coglie un’occasione di così alto spessore per rimarcare “l’incessante opera meritoria, rilevante e insostituibile della Cineteca della Calabria presieduta da Eugenio Attanasio, nel promuovere eventi mirati a scoprire, ricordare e valorizzare le più grandi, e talvolta trascurate, personalità calabresi che hanno fatto e fanno ancora oggi la storia del cinema nel mondo”.
Come primo atto ufficiale della riscoperta della storia di Tony e Eugene Gaudio, possiamo citare la mostra allestita presso la Biblioteca Nazionale di Cosenza nell’autunno del 2017 “La grande avventura/direttori della Fotografia a Hollywood” – dedicata anche a Nicholas Musuraca – seguita dalla stampa dell’omonima pubblicazione, presentata nel maggio del 2018 presso il Salone Internazionale del Libro di Torino, e dal riallestimento della stessa mostra nel maggio del 2019 presso il prestigioso Istituto Italiano di Cultura di Cracovia, diretto da Ugo Rufino.
Fino a quel momento, infatti, la storia del cinema italiano aveva colpevolmente ignorato il grande direttore della fotografia.
Questa mostra raccoglie una serie di foto pubblicate prevalentemente da e su Tony Gaudio, sulla prestigiosa rivista American Cinematographer, organo dell’Associazione dei Direttori della Fotografia della quale fu socio, fondatore e anche presidente, a dimostrazione della grandezza del personaggio, ancora non del tutto conosciuto dal grande pubblico.
Nati alla fine del 1800, Gaetano Antonio ed Eugenio appartengono alla famiglia di Raffaele Gaudio, affermato fotografo professionista di Cosenza. I due piccoli Gaudio frequentano lo studio fin da bambini. Una volta cresciuti, lavorano entrambi negli studi di Cosenza ma sognano il Cinema. Sbarcati a New York, Gaetano Antonio ed Eugenio iniziano a lavorare per alcune agenzie fotografiche per poi approdare al mondo del cinema.
Nel 1909 Tony realizza il suo primo film americano come autore della fotografia: Princess Nicotine; or, The Smoke Fairy, per la regia di James Stuart Blackton.
Nel 1916 i fratelli Gaudio si trasferiscono in California, assunti entrambi alla Metro Pictures Corporation. Nel 1920, a causa di una peritonite, viene a mancare Eugene. Tony viene ingaggiato dalla MGM per realizzare la fotografia dei primi due film americani di Greta Garbo: “Il torrente” del regista Monta Bell e “La tentatrice” di Fred Niblo.
A questo punto della carriera, Tony incontra sulla sua strada il regista e magnate Howard Hughes, dando vita ad una collaborazione che segnerà la storia del cinema hollywoodiano.
Le successive collaborazioni con registi come Frank Borzage, Jacques Tourneur, Howard Hawks regalano a Tony Gaudio cinque candidature all’Oscar e la vittoria nel 1937 con “Avorio nero”, di Mervyn LeRoy, diventando il primo italiano a vincere la famosa statuetta.
Dopo l’Oscar, tutti ad Hollywood sognano di lavorare con il calabrese, che diventa più richiesto ogni giorno che passa. Muore nel 1951, a 67 anni, per un attacco di cuore. Come il fratello Eugene, è sepolto all’Hollywood Forever Cemetery.