Sequestrati beni per reati fallimentari a società di cantieristica navale
3 min di letturaLa Guardia di Finanza di Vibo Valentia esegue ordinanza di applicazione misure cautelari, personali e reali emessa dal Tribunale su richiesta della locale Procura della Repubblica, a carico di 3 soggetti che non potranno esercitare l’attività imprenditoriale per 6 mesi. Sequestrati beni mobili, immobili e somme di denaro
Nel premettere che i provvedimenti adottati non implicano alcuna responsabilità dei soggetti sottoposti ad accertamenti e che le informazioni sul procedimento penale in corso sono fornite in modo da chiarire la fase in cui il procedimento pende e da assicurare, in ogni caso, il diritto della persona coinvolta a non essere indicata come responsabile, fino a quando la stessa non sia stata accertata con sentenza irrevocabile, il Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Vibo Valentia ha eseguito un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali e reali, emessa dal locale Tribunale, nei confronti di tre persone fisiche.
Il provvedimento riguarda il divieto temporaneo di esercitare l’attività imprenditoriale per mesi 6 e il sequestro dei beni mobili ed immobili facenti parte del compendio aziendale di una società operante nel settore della cantieristica navale del valore di alcuni milioni di euro, nonché di una somma di quasi 700.000 euro, riconducibile alle condotte contestate agli amministratori, quale illecito profitto dei reati commessi.
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia guidata dal Procuratore Camillo Falvo, svolte nell’ambito delle attività di contrasto ai reati economici, hanno accertato nei confronti di 3 responsabili, l’utilizzo dell’impresa per scopi estranei all’interesse sociale, distraendo dall’attivo aziendale risorse finanziarie pari alla somma sequestrata, con distrazione dei beni aziendali, marchio e avviamento a favore di una nuova società, sottraendoli all’esposizione debitoria nei confronti dell’erario per circa 4 milioni di euro e nei confronti dei dipendenti per circa 200.000 euro.
Agli indagati è stato inoltre contestato il reato di autoriciclaggio, perpetrato mediante l’impiego delle somme illecitamente sottratte alla fallita allo scopo di investire nella costituzione della nuova società, priva di debiti, operante nello stesso settore e nei medesimi locali.
Il servizio testimonia l’elevata attenzione che l’Autorità Giudiziaria e la Guardia di Finanza di Vibo Valentia pongono alle condotte fraudolente con specifico riferimento ai reati fallimentari, al fine di intercettare e reprimere ogni forma di illegalità economica, per restituire genuinità e competitività al mercato, a salvaguardia degli operatori economici onesti.