Pianopoli. Santo Gioffrè racconta l’inizio della fine della sanità pubblica in Calabria
5 min di letturaImpressionante, scandalosa, raccapricciante denuncia pubblica del medico scrittore calabrese Santo Gioffrè che venerdì 17, a Pianopoli, presso la sede dell’ associazione “Terra di Calabria” , nel suo ultimo libro “Ho Visto” (Catelvecchi Editore), ha raccontato la sua drammatica esperienza ai vertici dell’Azienda Sanitaria di Reggio Calabria, e la scoperta di quella che lui chiama la “Contabilità Orale”, un modo con cui per anni ogni sorta di criminalità ha chiuso grandi affari milionari con le istituzioni.
Vecchio idealista, uomo esteriormente rude, protagonista indiscusso dello scenario culturale in Calabria, Santo Gioffrè -che per mestiere fa il medico ginecologo a Palmi ma che è soprattutto conosciuto in Italia come scrittore e romanziere della grande scuola meridionale- nel 2015 viene nominato dalla giunta regionale in carica Commissario Straordinario dell’ASP di Reggio Calabria, e qui incominciano i suoi “guai terreni”.
Subito dopo il suo insediamento, incomincia a mettere mano alle poche carte che trova sul suo tavolo di gestore unico della sanità nella provincia più “discussa” d’Italia, e scopre -quasi per caso- che da quel giorno in poi la sua vita avrà a che fare soprattutto con un deficit di bilancio unico in Italia e con un disastro finanziario impossibile da risanare.
Convoca allora i suoi funzionari più diretti, legge tutti i rapporti redatti dai suoi predecessori, cerca insomma di capire perché l’Asp di Reggio Cal fin dal 2013 è senza bilancio consolidato in quanto, quell’anno, fu bocciato e mai più redatto. Molte delle spese sostenute dalla sanità reggina sono state fatte infatti sulla “parola”.
Non ci sono ricevute di pagamenti effettuati. Non ci sono riscontri finanziari. Non ci sono registri contabili affidabili, ma solo “parole affidate al vento e alla memoria di qualcuno”. Molte cose sono state acquistate e saldate sulla base di accordi o promesse verbali, “sulla parola”, magari con una semplice stretta di mano. Roba da non crederci.
Verba volant, scripta manent. Santo Gioffrè la chiama “Contabilità orale”, nel senso di contabilità affidata alla memoria storica di qualcuno, di cui però non ci sarà mai traccia vivente. Parliamo di contabilità di milioni di euro mai regolarizzati, e mai trascritti su carte documenti o anche semplici memorandum.
E il primo “conto” che Santo Gioffrè, nella sua veste di neocommissario della sanità reggina deve saldare è una “piccola” fattura di 6 milioni di euro ad una struttura privata convenzionata di Reggio Calabria.
Il vecchio curatore legale della casa di cura Villa Aurora gli riferisce che prima del suo insediamento, l’Asp aveva pubblicato una delibera, con tutti i pareri di rito favorevoli, in cui veniva riconosciuto alla Casa di Cura privata convenzionata un debito da pagare di 6 milioni di euro.
“Dottore, noi avevamo già incassato, nel 2009, i sei milioni che ci dovevate.
Fine della favola?
Niente affatto. Santo Gioffrè chiede ulteriori verifiche e scopre per bocca dei suoi amministrativi che quel saldo di 6 milioni di euro in realtà, per come riferito, era probabilmente avvenuto “sulla parola”. Nel senso che il debito era stato regolarmente saldato dalla Banca tesoriere dell’Azienda Sanitaria, ma nessuna ricevuta specifica, fattura per fattura pagata, era stata trasmessa all’Ufficio Economico-finanziario dell’Asp affinché la partita debitoria, da quel momento in poi, risultasse estinta.
Che fare?
Gioffrè, ricevuti i documenti che accertano il pagamento avvenuto, scrive allora di proprio pugno la delibera di annullamento della precedente delibera, e blocca il saldo di 6 milioni di euro disposto per la nuova società.
Il Medico-Scrittore, proseguendo nel suo lavoro di ricerca, scopre ulteriori fatture pagate due volte, soprattutto a multinazionali del farmaco e intuisce il sistema che ha trasformato l’Asp di R.C. in bancomat. E ‘facile immaginare, a questo punto, cosa accadde nelle settimane successive.
Santo Gioffrè viene cacciato dal suo incarico.
Lo mandano a casa nel giro di qualche giorno, e lo fanno senza pietà, quasi fosse un appestato. Naturalmente, lo mandano via con una “scusa istituzionale” assolutamente “impeccabile”, e fra l’altro anche giuridicamente incontestabile.
L’ANAC, l’Autorità Anticorruzione guidata allora da Raffaele Cantone scopre che la sua nomina di Commissario dell’ASP di Reggio Calabria è incompatibile perché Gioffrè, nel 2013, era stato candidato, sconfitto , alla carica di Sindaco di Seminara, un paesino di 1500 mila anime.
Avete voglia di capire come, in storie come queste, di grandi affari milionari, si materializza la Ndrangheta?
Ecco, nelle prime quattro pagine di “Ho visto” troverete il racconto dettagliato, inquietante, drammatico e clamoroso di un incontro tra il medico-scrittore e un signore elegante e dall’atteggiamento sobrio che è un affresco attualissimo del rapporto tra la ‘ndrangheta e le Istituzioni di questo paese, e di fronte al quale lo scrittore confessa: “Quando tutto iniziò ebbi subito la sensazione di trovarmi di fronte all’amore e alla morte… Sentii il gelo di quando muore qualcuno… Quell’uomo aveva lavato e asciugato il mio coraggio. Mi sentivo nudo e avevo freddo, il cuore mi sembrava diventato vegetale, non aveva più un battito. In quei momenti è difficile rimanere lucidi. Rimasi muto. Lo accompagnai con lo sguardo, fin quando non si perse tra la folla.”.
Ma che cosa ha comportato la contabilità orale per la sanità Calabrese che fa rimanere inchiodata la Calabria dentro i rigori del Piano di Rietro? Macelleria sociale. Oltre a portare alla chiusura di ben 18 ospedali ed al blocco delle assunzioni.
Questo fatto, dopo 14 anni, ha condotto alla scomparsa della sanità pubblica in Calabria. All’aumento della mortalità per malattie altrimenti curabili rispetto alle altre Regioni, l’esborso di ben 350 milioni di euro annui, per emigrazione sanitaria, nei confronti delle Regioni del Nord-Italia.
Nel silenzio totale della politica, ci stiamo avviando verso il baratro della catastrofe sanitaria.
Gerardo Madonna