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Amolamezia: la maschera del finto civismo, ipocrisia e promesse vuote a Lamezia

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Amolamezia

La mistificazione del falso civismo politico a Lamezia: aspettando fatti, non proclami

Comunicato Stampa

Per alcuni personaggi politici locali il civismo è come lo smoking in affitto per le “prime” della Scala. Lo prendono in leasing giusto il tempo occorrente per tenersi a galla e salvare la poltrona e quando non serve più e conviene indossare la divisa partitica lo restituiscono, perché sanno che c’è già prenotato qualcun altro di vecchia militanza partitica che è pronto ad indossarlo, intonando inni alla bellezza ed alla forza dirompente dell’esperienza civica in Comune.

Una bella sfrontatezza, sia da parte di chi dismette uno smoking di tal fatta, sia da parte di chi era in fila con l’ansia di indossarlo. In fondo si tratta di un vestito a taglia unica, anche se falso e trasparente come il vestito nuovo dell’imperatore della favola di Andersen.

I cittadini più sinceri sanno però da sempre che quel vestito è una pura mistificazione. Di impegno civico vero e reale a Lamezia infatti ce n’è tanto. Gente che si impegna quotidianamente per il bene della città; per dare servizi in favore dei giovani, di chi vuol fare sport o musica o animazione; a sostegno dell’arte, dei beni architettonici, del paesaggio e dell’ambiente; in difesa della sanità lametina e per garantire assistenza e cura dei cittadini più fragili. Non c’era certo bisogno del finto civismo di chi finora non ha saputo far altro che restituire alla Regione preziosi fondi su fondi destinati alle fasce più emarginate ed indigenti delle comunità di Lamezia e del comprensorio.

Ora che l’imminenza delle elezioni europee e a seguire di quelle per la scelta del nuovo sindaco ha eliminato ogni velo di ipocrisia sul civismo di comodo e che delle gru promesse in città non se ne vista l’ombra, che i bilanci comunali sono più disastrati di prima, che spazzatura e discariche sono sempre più invasive, non rimane che aspettarsi una imminente invasione di annunci roboanti su milioni e milioni di euro per il varo e le pose delle prime pietre di opere pubbliche di là da venire (abbiamo ancora in mente quella della Biofata con relative bufale posata dall’allora on. Galati), mentre i “cives” lametini aspettano da troppo tempo fatti e non proclami al vento.

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