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Lamezia. Nuovo Cdu e Patto Sociale si oppongono al caro libri

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La problematica del caro libri: una riflessione sulle spese scolastiche

Comunicato Stampa

Il Nuovo Cdu di Lamezia Terme unitamente a Patto Sociale si soffermano sulla problematica del “caro libri” che ad inizio di ogni anno scolastico investe i genitori degli studenti delle scuole di ogni ordine e grado generando un negativo impatto sull’economia dei soggetti coinvolti che si trovano ad affrontare costi sempre maggiorati. La scelta del libro da adottare – spiegano Cdu e Patto Sociale – è effettuata in tutte le scuole d’Italia nel periodo compreso tra marzo e maggio dell’anno scolastico precedente. In questo arco temporale i docenti curriculari delle diverse discipline vagliano le novità e i nuovi testi che le case editrici propongono, giustificandole con gli aggiornamenti e adeguamenti digitali attuati.

Nell’adozione dei libri di testo, il Ministero fissa un tetto di spesa massimo per ogni tipologia di classe e, la somma dei costi dei libri adottati non può superare tale limite. Tuttavia capita che per restare nei costi previsti, qualche testo venga proposto come “consigliato”, ma poi ogni docente ne pretende l’acquisto per giusti motivi didattici. Negli ultimi anni la sostituzione dei libri poteva anche essere plausibile alla luce dell’affiancamento della versione digitale a quella cartacea. Cambiamento che doveva rappresentare una necessità e una eccezione, ma che, invece, ora è diventato quasi regola.

Pertanto alcune domande, ci sorgono spontanee: per quali motivi ogni anno spesso i testi adottati sono diversi da quelli dell’anno precedente? E’ realmente indispensabile l’attribuzione di un nuovo codice d’identificazione che genera la richiesta di sostituzione del testo, quando i contenuti nella sostanza non variano? Sicuramente per alcune materie tecniche l’aggiornamento può anche essere condivisibile, non altrettanto, invece, per altre e per quelle letterarie dove non capiamo quali possano essere le integrazioni imprescindibili. Si dovrebbe mantenere la regola inderogabile, prevista in tanti Istituti, di non cambiarli per almeno 5 anni?

A nostro avviso, tenendo sempre in considerazione l’aspetto didattico, sarebbe dunque il caso di tenere anche in debita considerazione in primis le esigenze dei nuclei familiari che, purtroppo, allo stato attuale sono costrette a sobbarcarsi spese non sempre sostenibili e non possono neanche utilizzare e attuare la compravendita dell’usato in quanto trattasi di nuove edizioni e quindi non disponibili.

Noi del Nuovo Cdu e di Patto Sociale, quindi, venendo incontro alle numerose richieste e lamentele dei genitori, ci auspichiamo che vengano mantenute quantomeno le edizioni in vigore da poco tempo non ravvisando il perché vadano rimpiazzate solo perché “leggermente modificate” o “non più in produzione”. Sarebbe, infatti, sufficiente semplicemente fornire un aggiornamento digitale che limiterebbe di molto le spese. In conclusione invitiamo gli editori ad adoperare in sinergia d’intenti con scuole e famiglie per ridurre il peso finanziario e garantire, così, un’istruzione equa per tutti.

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