Dal 16 marzo a Catanzaro la mostra personale di Max Marra
2 min di letturaDal 16 marzo al 31 maggio gli spazi della Banca Montepaone a Catanzaro, nella centralissima Piazza Matteotti, ospiteranno la mostra personale di Max Marra dal titolo “Max Marra. Corpi di materia e di cielo”
Promossa dalla Fondazione Banca Montepaone, l’esposizione, curata da Teodolinda Coltellaro, attraversa analiticamente il lavoro dell’artista permettendo di ricostruirne la sostanzialità linguistica in una raffinata dimensione espositiva. L’evento si inserisce nel progetto “Art Cube- Spazio per la Cultura” voluto dalla Fondazione Banca Montepaone e dal suo Presidente Giovanni Caridi, il quale ne motiva la dimensione strategica come “elemento necessario per una visione innovativa di divulgazione e disseminazione culturale che coniuga impresa e linguaggi artistici nonché come preziosa possibilità di scoprire e vivere negli spazi lavorativi del quotidiano le espressioni creative contemporanee”.
La mostra presenta un nucleo di opere che delinea lo straordinario viaggio creativo compiuto dall’artista Max Marra dagli anni ’80 fino a oggi ripercorrendo, attraverso le tappe più significative, le fasi evolutive della sua ricerca, innescando un’efficace narrazione che ne scandisce, sia pure per punti chiave, la storia espressiva.
La selezione espositiva, realizzata dalla curatrice con un efficace taglio progettuale, propone come costante dell’operatività di Marra la riflessione sulla materia “di cui coglie le suggestioni evocative, le infinite possibilità formali, sempre inedite e feconde, quelle stesse che la natura organica dei materiali suggerisce” (Coltellaro). Materiali che Marra trasforma in corpo fisico dolente, cartilagini stremate dalle tensioni, gonfie di suppurazione, in superfici suturate, in attesa di una trasfigurazione che nelle opere più recenti vira verso una spiritualità sempre più essenziale, riducendo la gamma di colori del passato a cromatismi rarefatti, creando equilibri formali di potente bellezza in cui si ricompone un destino di purezza che rinvia al cosmo infinito, alla distesa luminosa del cielo.