Dante a portata di mano: un viaggio linguistico e gestuale al Liceo Fiorentino
2 min di letturaIl Dantedì al Liceo Classico-artistico Francesco Fiorentino, quest’anno, è all’insegna dell’inclusione e dell’impegno museale: gli studenti della 3A hanno messo in azione varie proposte in vista dell’evento dantesco, guidati dal professor Francesco Polopoli, docente di latino e greco.
La rilettura di un canto dell’Inferno, trascritto in greco, latino e dialetto lametino, la creazione di cartelli lignei, su cui sono state evidenziate le parole calabresi presenti nella Comedìa del Sommo Fiorentino, per mediazione di Folco Ruffo, poeta della Scuola siciliana – del quale il docente ha editato, negli anni precedenti, la versione integrale di uno dei testi più rappresentativi (Cod. Vat. 3793) – il linguaggio paraverbale dall’antichità alla Lis sono alcuni dei temi del seminario scolastico, celebrativo dell’anniversario dantesco ’24. Le performances saranno curate da Giuseppe Guido, Claudia Torcasio, Maria Flora e Sara Calabretta, Fabiola Canale, Noemi Cosentino, Daniele Gigantino, Carlotta Cristofaro: opera di tutta la classe 3A, invece, il Museo linguistico delle parole calabresi, per cui è stato facile inferire che «Dantes quoque totum nostrum est».
Si dice che «la mano è la finestra della mente» (Kant) – sottolinea il professor Polopoli: l’occasione, mediata dalla specialista di questo happining letterario, è finalizzata proprio a questo, rendere Dante alla mano e con le mani, per cui ognuno, grazie a quest’esperienza, possa dire a se stesso: «Dante M’ani-ma con la Lis».
Ospite d’onore è Giuseppina Giordano, segretaria regionale dell’associazione Nazionale Italiana Interprete Lis (Anilis): a lei le classi VA e VB, dell’indirizzo artistico, hanno dedicato un manufatto, rappresentativo di quella gestualità parlante (“Attraverso il linguaggio dei segni le parole fioriscono”) capace di parole e narrazioni.