Lamezia. Il vescovo Parisi incontra i cresimandi della diocesi
3 min di lettura“Vi auguro di essere nel mondo portatori di gioia”
Libertà, responsabilità, amore, gioia. Attorno a queste quattro grandi parole chiave “non solo del cammino di vita cristiana ma della vostra vita come donne e uomini”, si è incentrato il messaggio del vescovo di Lamezia Terme Serafino Parisi intervenuto all’incontro con i cresimandi della diocesi dal titolo “Se non vedo”, promosso congiuntamente dal servizio diocesano di pastorale giovanile e dall’ufficio catechistico diocesano, rispettivamente diretti da don Luca Gigliotti e da don Antonio Brando.
“La prima grande questione che la Cresima ci pone – ha detto il vescovo rivolgendosi a centinaia di cresimandi da tutta la diocesi – è quella relativa alla vostra libertà. Domandatevi: voi siete liberi? Noi diciamo di essere liberi, ce ne autoconvinciamo, ma abbiamo tantissimi condizionamenti: tutte quelle convenzioni che ci portano a fare tutti le stesse cose, a pensare tutti nello stesso modo, a vestire nello stesso modo, spesso senza rendercene conto. La libertà, cari giovani, si conquista. Certamente non si conquista con le guerre: grandi o piccole che siano, dalle grandi guerre che ci vengono raccontate ogni giorno dai mass media alle situazioni di conflittualità nelle nostre realtà, le guerre non hanno mai vincitori ma solo vittime”.
Il presule indica ai giovani lametini come esempio di libertà san Massimiliano Kolbe che, nei campi di concentramento nazisti, scelse di offrire la propria vita per salvare quella di un padre di famiglia. “Riflettiamo – ha detto il vescovo ai ragazzi – se padre Massimiliano Kolbe non fosse stato veramente libero, avrebbe potuto “consegnare” la sua vita per un altro? Lo ha fatto perché era libero. E, nella libertà, ha concretizzato il comandamento che Gesù ha dato ai suoi discepoli: nessuno ha un amore più grande di chi dà la vita per i propri amici”.
La libertà, dunque, da conquistare attraverso la responsabilità, la seconda parola indicata dal vescovo Parisi ai cresimandi. Responsabilità che si concretizza “nel fatto che io mi sento responsabile della vita dell’altro e del suo futuro. Se vedi un uomo in difficoltà e resti indifferente o se ti accanisci su di lui, sei uno sciacallo, non sei un uomo. Se tu invece lo aiuti, ti fai responsabile della vita dell’altro e la responsabilità è il primo passo per conquistare la libertà”.
Parlando dell’amore, il vescovo ha sollecitato i giovani a non guardare tanto “all’amore romanzato dei film” ma a riscoprire l’amore come “un dialogo tra due persone, all’inizio estranee una all’altra, in cui ci si dice reciprocamente: la tua vita mi interessa e io mi faccio responsabile del tuo presente e del tuo futuro. Con la Cresima, voi riceverete lo Spirito Santo, che è l’Amore che viene da Dio stesso. Noi riceviamo la forza dell’Amore di Dio che riempie la nostra vita e noi, con questa vita piena, siamo chiamati a riempire la vita di tutta l’umanità”.
Gioia è la quarta parola consegnata dal pastore della chiesa lametina ai giovani, definendola come “l’essere soddisfatti di quello che abbiamo, superando quell’ansia che caratterizza la società di oggi in cui vorremmo avere di più e sempre di più. Gioia è vita piena, pienamente realizzata, una vita in cui ciascuno di noi è responsabile della vita dell’altro.”
“Cari giovani– ha concluso il vescovo Parisi – vi auguro di essere nel mondo portatori di gioia. Di rivivere quello che è successo agli apostoli: hanno scoperto che il Crocifisso era risorto, il loro cuore si è riempito di speranza e, con questa speranza, sono andati nel mondo. Il Vangelo è questo: andare nel mondo e dire che si può gioire pienamente dopo avere incontrato il Signore. Ve lo auguro di tutto cuore”.