Lamezia. Rogo Scordovillo, Di Matteo (Exit): la città ostaggio di un manipolo di delinquenti
2 min di letturaQuanto abbiamo assistito ieri in città con la nube tossica che alta si è alzata da Scordovillo e che ha infestato tutta la città, rappresenta l’ennesima vergogna e l’ultimo smacco ai cittadini
Comunicato Stampa
Ancora una volta Lamezia Terme è stata ostaggio di un manipolo di delinquenti che indisturbati continuano ad avvelenare il popolo approfittando anche della debolezza delle istituzioni locali, sempre colte di sorpresa da tali eventi criminali e totalmente incapaci ad opporre una ferrea reazione.
Anni ed anni di politiche sbagliate nei confronti della popolazione rom hanno portato a tutto ciò.
Noi di Exit non voglio certo criminalizzare l’intera comunità rom che vive in quella zona, ma certamente tutti in condizione di acquiescenza rispetto a quello che si verifica nel campo.
Dall’altro canto abbiamo la quiescenza di tutta la politica che inerme continua ad assistere a questi atti delinquenziali, continuando solo ad affrontare il problema rom come se fosse solo circoscritto al degrado di Scordovillo e non ad una infezione che ormai da anni è penetrata nel nostro tessuto sociale e non ha fatto altro che esasperare gli animi tra i cittadini.
Scordovillo è una polveriera a cielo a aperto ormai da anni, cosi come gli altri due ghetti che si sono creati negli anni in città, rispettivamente Ciampa di cavallo e San Pietro lametino.
Le politiche di integrazione sono miseramente fallite e quanto la politica prospetta per il prossimo futuro per la comunità rom, non sarà di giovamento e risoluzione né per loro stessi e neppure per la città.
Il problema rom va visto da un’ottica storico-sociale ed etnica, rispettando soprattutto questo ultimo aspetto nelle sue differenze intrinseche. Intanto aspettiamo che i criminali che ieri hanno intossicato una città con quella nube nera vengano presi e paghino per quanto hanno fatto.
Paolo Di Matteo
Coordinatore regionale Exit