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Aggressione Pronto Soccorso Lamezia, USB: il governo ha fallito

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pronto soccorso lamezia

L’unico modo per ridurre le aggressioni è aumentare le risorse del Sistema Sanitario Nazionale

Comunicato Stampa

USB Sanità Calabria esprime la più profonda solidarietà al dottor Rosarino Procopio, primario del Pronto Soccorso di Lamezia Terme, vittima di una vile aggressione avvenuta nei giorni scorsi. Un episodio gravissimo, in cui un parente di una paziente ha colpito il medico con un manganello per opporsi alla dimissione della degente, dimostrando ancora una volta quanto sia precaria la sicurezza del personale sanitario negli ospedali italiani.

Condanniamo fermamente questo gesto, ma ribadiamo che non si tratta di un caso isolato: il personale sanitario, in particolare quello infermieristico, è soggetto a violenze e aggressioni praticamente quotidiane. Si tratta di una situazione allarmante, che denuncia il fallimento delle politiche repressive messe in campo dal governo, rivelatesi totalmente inefficaci. Nonostante l’introduzione di norme più severe, le aggressioni continuano, segno evidente che non basta inasprire le pene per risolvere il problema.

È ora di cambiare approccio: le politiche repressive devono lasciare il posto a interventi strutturali che mirino alla prevenzione delle aggressioni, partendo dal rafforzamento del Sistema Sanitario Nazionale. USB Sanità Calabria chiede un incremento significativo del personale nei pronto soccorso, con l’obiettivo di ridurre i tempi di attesa e alleviare la tensione dei pazienti e dei loro familiari.

Inoltre solo potenziando l’organico e migliorando le condizioni di lavoro in tutti i presidi sanitari si può evitare che un numero sempre più elevato di pazienti che si acutizzano per le liste di attesa lunghissime finisca al pronto soccorso, spesso già sovraffollato e sotto pressione.

Come già proposto dalla nostra Organizzazione Sindacale, riteniamo inoltre indispensabile la presenza di uno psicologo h24 all’interno dei pronto soccorso.

Un supporto psicologico continuativo rappresenterebbe un importante aiuto sia per i pazienti, spesso disorientati e in preda all’ansia, sia per i loro parenti, contribuendo a ridurre l’escalation di tensioni che può sfociare in episodi di violenza.

Un’altra misura fondamentale riguarda il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro: è necessario prevedere una corposa indennità di rischio per tutto il personale che lavora nei pronto soccorso. La difficoltà nel reperire personale disponibile a lavorare in questi reparti critici è un chiaro segnale che le condizioni di lavoro attuali non sono accettabili. È quindi indispensabile riconoscere economicamente il rischio e l’impegno di chi opera in prima linea, spesso in situazioni di grande stress e sotto organico.

Se il governo vuole davvero affrontare concretamente il problema delle aggressioni, deve abbandonare ogni politica repressiva e finanziare massicciamente il Sistema Sanitario Nazionale. Solo attraverso un incremento delle risorse sarà possibile ridurre i tempi di attesa e le liste d’attesa, evitando così che i pazienti acutizzati affollino i pronto soccorso e creando un ambiente di lavoro più sicuro e sostenibile per gli operatori sanitari.

USB Sanità Calabria continuerà a lottare per ottenere miglioramenti concreti nelle condizioni di lavoro del personale sanitario e per la sicurezza di tutti coloro che ogni giorno si impegnano a garantire cure e assistenza alla popolazione, spesso in condizioni estremamente difficili.

È giunto il momento che il governo prenda atto del fallimento delle attuali misure e avvii una seria riforma del sistema sanitario, investendo risorse e competenze per prevenire il ripetersi di simili atti di violenza.

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