Autonomia differenziata: appello di Nucifero per un ripensamento responsabile
2 min di letturaNecessaria una riflessione profonda sulla legge sull’autonomia differenziata dopo la bocciatura della Corte Costituzionale
Comunicato Stampa
“La sentenza della Corte Costituzionale che ha bocciato ben sette punti nevralgici della legge sull’autonomia differenziata sia da monito alle forze politiche per un’attenta analisi di tutta la normativa attraverso un confronto costruttivo e propositivo diretto a ponderare anche la possibilità che si faccia responsabilmente un passo indietro”.
E’ questo l’invito che Fernando Nucifero, dirigente del movimento “Patto Sociale” di Lamezia Terme che vede tra i suoi fondatori Giancarlo Nicotera attuale Presidente del Consiglio Comunale della città lametina, rivolge al governo nazionale che, per l’interlocutore, deve, pertanto, “interrogarsi seriamente sui vantaggi e svantaggi che l’entrata in vigore del testo comporterebbe”.
Nucifero, poi, rimarca come sebbene l’illegittimità dichiarata dalla Consulta non sia estesa all’intero corpo legislativo in realtà esso viene colpito nella sostanza investendo le parti respinte al mittente disposizioni fondanti come ad esempio la definizione dei Livelli essenziali delle prestazioni (Lep), ovvero quell’insieme di servizi fondamentali – dalla sanità all’istruzione, dal welfare ai trasporti – che lo stato deve garantire in modo uniforme su tutto il territorio nazionale. Legge Calderoli, evidenzia l’avvocato Nucifero che “prevedeva che questi livelli venissero definiti dal governo attraverso una delega legislativa, ma secondo la Corte questa delega è stata conferita “senza idonei criteri direttivi”, finendo così per svuotare “il ruolo costituzionale del parlamento”.
Non solo: “ i giudici hanno anche bocciato il meccanismo che permetteva di aggiornare i Lep attraverso un semplice decreto del presidente del Consiglio dei ministri”.
“Una disposizione che, di fatto, avrebbe dato all’esecutivo un potere eccessivo su una materia tanto delicata per i diritti dei cittadini”.
Di fronte a tali importanti determinazioni, conclude l’esponente di “Patto Sociale” , “il governo centrale non può far finta di niente e restare sordo come ha finora fatto ai molteplici solleciti pervenuti ma ha il dovere di agire valutando nell’interesse supremo del nostro paese ogni azione adeguata alle esigenze territoriali e soluzione ivi compresa quella di porre la parola fine ad una riforma nata male e che sta marciando ancora peggio”.