MusicAMA Calabria, a Lamezia lunga standing ovation per Luca Barbarossa
5 min di letturaIl concerto è stato anticipato da un video che promuove il brand Calabria
Basterebbe parafrasare il titolo di una sua canzone in “Portami a sognare” per racchiudere un concerto dalle mille emozioni.
Luca Barbarossa ieri sera, nel concerto tenuto al Teatro Grandinetti Comunale di Lamezia Terme nell’ambito della 47^ edizione di MusicAMA Calabria, come per incanto ha tramutato le note e i racconti in sogni.
“Cento storie per cento canzoni” non è solo il titolo del libro da lui scritto, ma anche di un concerto; un modo diverso per rimettere in moto la macchina del tempo e quella dei ricordi.
Sono state necessarie poche riconoscibili note per creare un profondo sentimental mood nel pubblico, accorso numeroso per ascoltare il suo beniamino. “Ritornerai” di Bruno Lauzi, con il suo andamento lento e appassionato tipico del bolero, ha aperto i cuori riscaldandoli. Improvvisamente il teatro non è stato più lo stesso. La magia di quel brano ha cambiato lo scenario, riunendo tutti in un convivio intimo tra amici, davanti a un camino, con il cantante romano a raccontare le storie dei capolavori musicali che hanno segnato le vite di ciascuno dei presenti.
Luca Barbarossa non ha disperso l’intensità struggente del brano di Lauzi. E’ stato solo l’inizio di un viaggio, durante il quale il cantante ha con sé la sua valigia musicale dentro alla quale sono rinchiuse le canzoni da lui amate «per ricordare chi sono, chi siamo, cosa abbiamo ascoltato e cantato e perché continueremo a farlo». Un amore corrisposto in ogni momento del concerto.
Ogni canzone è stata supportata da un racconto legato ad aneddoti e fatti legati a un periodo della nostra storia. E’ stato così con “Bartali” di Paolo Conte. Con una narrazione accorata ha parlato della vittoria del Gino nazionale al Tour de France del 1948 e di quando, durante i suoi allenamenti, il ciclista «faceva la staffetta partigiana nascondendo sotto il sellino i documenti falsi che avrebbero salvato la vita di centinaia di ebrei».
C’è stato spazio anche per il cinema tra i suoi racconti. Ha parlato di Charlie Chaplin e di Totò, grandi comici che hanno nascosto un barlume di tristezza e di malinconia tra le note di alcune composizioni. Accomunati dalla stessa passione per la musica i due principi della risata hanno composto due brani che sono ben custoditi nello scrigno segreto dei nostri cuori. “Smile” e “Malafemmena” per uno strano gioco del destino hanno delle involontarie similitudini e Luca Barbarossa le ha assemblate in un mix in cui le struggenti e dolci melodie sono diventate una sola canzone.
La narrazione pacata delle storie da lui raccontate ha assunto diversi atteggiamenti, riuscendo a trasmettere sensazioni diverse al pubblico. Ha tracciato una velata tristezza parlando di brani come “Someday my prince will come”, la cui melodia composta da Frank Churchill, conosciuta per la colonna sonora del cartone animato Disney “Biancaneve”, qualche anno dopo fu suonata in un lager durante una serata tributo al musicista americano, assumendo un senso diverso da quello originario.
Luca Barbarossa ha fatto anche sorridere parlando di “Se perdo te” di Patty Pravo, «nata per caso perché lei e Sergio Bardotti ascoltarono la versione originale di P.P. Arnold a 33 giri anziché a 45 giri» e di “Veronica” di Enzo Jannacci, composta dallo stesso cantante con Dario Fo e Sandro Ciotti, un trio irripetibile che compose un testo ironico mentre assisteva alla disperazione di una mamma che aveva persa la figlia per strada.
Sono molti altri i racconti avvincenti e le canzoni eseguite da Luca Barbarossa. Non sono mancati Lucio Battisti e la sua “Il tempo di morire”, la rivoluzione dei testi di “Il cielo in una stanza” di Gino Paoli e di “Mi sono innamorato di te” di Luigi Tenco; la canzone francese con “Chanson des vieux amants”, eseguita anche in italiano nel ricordo di Franco Battiato. Divertente l’esecuzione di “Non dimenticar le mie parole” del Trio Lescano e intensa “Blowin’ in the wind” di Bob Dylan, fino a Lucio Dalla con la sua “Futura”.
In ogni momento del concerto Barbarossa si è distinto per l’assoluta padronanza del palcoscenico, durante i suoi racconti, e per le sue interpretazioni degne di nota di tutte le canzoni eseguite. Al suo fianco due straordinari compagni di viaggio, Claudio Trippa alle chitarre e il polistrumentista Alessio Graziani, una vera orchestra umana, entrambi componenti della Social Band.
Se nel libro sono presenti i disegni di Michele Bernardi, durante il concerto le narrazioni e le canzoni sono state impreziosite dalle proiezioni dell’Antica Proiettereia vere e proprie suggestioni visual legate agli argomenti e ai personaggi.
Il finale è stato consegnato alla spumeggiante “Gigolò” nella versione italiana di “Just a gigolo” scritta da Lucio Dalla e Francesco De Gregori. Inevitabile il bis con due brani del repertorio di Luca Barbarossa. “Le cose da salvare” e la sempre commovente “Portami a ballare” hanno consegnato un epilogo salutato da una lunga standing ovation. I sogni e i ricordi vissuti in questo viaggio musicale non sono svaniti, resteranno sulla pelle dei presenti ancora per molto tempo.
Prima del concerto di Luca Barbarossa, è stato proiettato un video commissionato da AMA Calabria e realizzato da Erica Abelardo, in arte Eka, autorevole visual designer italiana apprezzata in tutto il mondo, con cui si promuovono le località in cui si svolge il festival e i prodotti del territorio.
La 47^ edizione di MusicAMA Calabria vivrà a Lamezia Terme altri due interessanti momenti con i concerti di Guido Rimonda e la Camerata Ducale (1 dicembre), nella Chiesa della Beata Vergine Maria, della AMA Little Big Band (1 dicembre), al Teatro Grandinetti Comunale.
Il festival proseguirà fino al 29 dicembre. Per ulteriori informazioni è possibile consultare il sito www.amaeventi.org/47-musicamacalabria.