LameziaTerme.it

Il giornale della tua città



Il dialetto lametino: modi di dire, con animali simpatici all’appello!

2 min di lettura
Il dialetto lametino: modi di dire, con animali simpatici all’appello!

Quandu i ciucci si liticanu i varrili si rumpinu.
Quando gli asini litigano, i barili si rompono: i comandanti litigano e le conseguenze le sopportano i soldati.
Così va il mondo: la peggio ce l’hanno sempre i più deboli, anche quando non sono direttamente responsabili d’alcunché.
Vernacolo oracolare: Ahi serva Italia…

Si pìacura ti fhai, lupu ti mangia.
Se pecora diventi il lupo ti sbrana.
Non essere sempre accondiscendente ed umile, altrimenti soccombi.
Il vernacolo lametino è figlio del latino, anzi del plautino: Homo homini lupus.
Il mondo è lupino: meglio sfoderare gli artigli…

’U bbeni du ciucciu è alla gramigna.
Il piacere dell’asino è mangiare la gramigna.
Insomma, ognuno ha i suoi gusti.
De gustibus non est disputandum, che è anche il titolo di un dramma giocoso per musica composto da Carlo Goldoni nel 1754.

’U pisci feti da capu.
Il cattivo esempio viene dall’alto.
La metafora del pescatore rende benissimo:
a monte, nel mare dei nostri guai, ci stanno balene e squali.
Che sono anche uomini…di Parlamento.

Prof. Francesco Polopoli