Montalto Uffugo, la scuola contro la violenza di genere
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I ragazzi hanno ascoltato anche l’intervento di Maria Pia Trotta, psicologa, che ha spiegato quali dinamiche di interazione caratterizzino una coppia che vive una “relazione tossica”
Comunicato stampa
Si è svolto venerdì 21 presso l’IIS Marconi- Guarasci di Montalto Uffugo, l’incontro degli studenti con Francesco Vigna, figlio di Anna Morrone, vittima di femminicidio nel 1999 per mano del marito. In questa occasione è stata ricostruita la storia della sfortunata donna, infermiera cosentina, attraverso alcune frasi estrapolate dal libro edito dalla Falco e a cura di Barbara Modaffari “Ma io non ritorno. Un’altra Anna”.
L’incontro è stato proposto dall’associazione culturale Morfeo, presidente Giuseppe Lanzillotta, e accolto con soddisfazione dal dirigente scolastico dottoressa Maria Saveria Veltri e dal responsabile dell’istituto Carmine Magarò, docente di Meccanica e Tecnologia.
Un pubblico attento e partecipato, costituito dai giovani studenti del Marconi-Guarasci per un tema, quello della violenza di genere, che interessa tutte le fasce d’età e sul quale ogni educatore, oggi, pone l’attenzione, nel tentativo di comprendere e combattere con le giuste armi un fenomeno dilagante.
I ragazzi e gli insegnanti presenti hanno ascoltato anche l’intervento di Maria Pia Trotta, psicologa, che ha spiegato quali dinamiche di interazione caratterizzino una coppia che vive una “relazione tossica”. Sempre forte e commovente la testimonianza di Francesco, oggi adulto, ma all’epoca dei fatti sedicenne rimasto orfano di entrambi i genitori e che, attraverso il racconto della sua esperienza di vita familiare, vuole lanciare un messaggio di consapevolezza e di coraggio.
Inizia così il primo degli incontri nelle scuole, che vedranno protagonista il libro su Anna Morrone, attraverso la voce del figlio Francesco e dell’autrice Barbara Modaffari. La recentissima vicenda dell’istituto d’istruzione superiore di Paola, che ha visto protagonista una ragazza, tolta dalle grinfie del padre maltrattante, grazie alla segnalazione ai servizi sociali e alle forze dell’ordine da parte degli operatori scolastici, pone in risalto il ruolo della scuola nella lotta a questo e anche a tutti i fenomeni di violenza familiare.