Dante Maffia a Lamezia Terme
3 min di letturaL’Uniter di Lamezia ha invitato lo scrittore Dante Maffia per inaugurare il ventottesimo anno dell’associazione che ogni mercoledì e venerdì, nella casa del sacerdote, tiene lezioni per i soci.
Presentato Maffia dalla Vicepresidente Costanza Falvo D’Urso, dopo i saluti di Italo Leone, Presidente Uniter, la lezione prese il volo. Stessa opportunità poi è stata data dall’associazione all’Istituto Tecnico Economico, Valentino De Fazio, dove accolto dalla Dirigente, dottoressa Blandino e dalla Referente, professoressa Concetta Ruberto, il poeta si è incontrato con gli alunni delle ultime classi. Gli alunni hanno letto alcune poesie e posto delle domande. Ai ragazzi Dante Maffia ha raccontato di aver imparato le regole e poi di averle dimenticate nel momento creativo, ma senza mai venir meno allo studio, vera opportunità di riscatto umano unito alla testardaggine ed alla costanza, ed ha concluso esortandoli a seguire ognuno il proprio interesse, il proprio sentire. Senza tradire la propria inclinazione.
Controcanto, una delle poesie lette da Giovanna Villella, in un verso fa così: “…Le cose accadono/ perché è stabilito in qualche luogo della fantasia/ e del dolore” o non accadono, aggiungerei io, per impedimenti e piccinerie.
Dante Maffia ci ha immerso, per due giorni, nella sua sterminata conoscenza degli autori della letteratura europea, con la sua personale e a volte divergente lettura su autori pluriosannati nelle aule scolastiche, suscitando le perplessità dei docenti più allineati, sia all’Uniter che in Biblioteca, due docenti di età diversissima, una giovanissima e l’altra da tempo in pensione, espressero il loro sconcerto sulla poca considerazione verso I promessi Sposi di Manzoni, un libro nemmeno tradotto in altre lingue e un capolavoro forse di ipocrisia più che di vitale letteratura.
A scuola, fra gli alunni, Dante Maffia ha parlato di lievito, di libri come pane quotidiano, di Pinocchio, uno dei capolavori della letteratura mondiale, tradotto in tutte le lingue, dei poeti come coloro che vedono l’invisibile, dei libri come granai dell’umanità.
Facendo sentire, in ognuno degli appuntamenti, la bellezza del verso, educando le nostre orecchie alla musicalità ed al ritmo, ci ha recitato, con una memoria prodigiosa, intere poesie di Pascoli, Quasimodo, Saba.
“L’apparenza e la sostanza” è un suo saggio, di una produzione sterminata, in cui ci invita ad andare oltre l’apparenza e a ricercare sempre quella individualità che ci fa diverso uno degli altri, quell’anima che soffia in ciascuno di noi per permettere il volo.
…e dalla Biblioteca di Alessandria “Arriveranno di lontano. Domanderanno/parole nuove.”
Ippolita Luzzo