Consegnata al Museo Diocesano lametino l’opera di Raffaele Mazza La Passione
5 min di letturaL’ulivo, la vite, il grano. Tre elementi della terra di Calabria, tre simboli che richiamano l’evento della Passione di Cristo, incastonati in un’opera che esalta il mistero della Passione redentrice del Figlio di Dio, la brutalità della crudeltà umana, la sofferenza e l’amore che si dona fino alla fine.
Queste alcune delle caratteristiche dell’opera realizzata dall’artista Raffaele Mazza consegnata questa mattina al Museo Diocesano di Lamezia Terme, alla presenza del Vescovo di Lamezia Terme Luigi Cantafora e del curatore del museo diocesano lametino Paolo Vittorio Emanuele.
La Passione è il titolo dell’opera dell’artista lametino che con i suoi lavori, in particolare nel campo dell’arte sacra, ha ottenuto vari riconoscimenti a livello nazionale come il Premio San Marco Città di Venezia, il Premio Varazze Arte, riconoscimenti nell’ambito del Premio Internazionale Michelangelo Buonarroti. L’opera di Raffaele Mazza, che da oggi si potrà ammirare all’entrata della Cappella dell’ex seminario vicino all’entrata del Museo Diocesano, è costituita da un unico tronco d’ulivo che sostiene il corpo di Gesù, costruito con venticinque piantine di vite assemblate pazientemente dall’artista. La corona di spine del Cristo è fatta con spighe di grano mentre il sangue è reso da una colla-vernice di colore rosso. La mano destra chiusa del Cristo mette in risalto la piegatura naturale dei chiodi, la sofferenza del chiodo che trapassa la carne del Redentore; la mano sinistra è aperta verso il cielo, in segno di preghiera e di invocazione al Padre. Caratterizzano l’opera anche un’attenta lavorazione a mano del legno e una miscela di vernici che conferisce al corpo del Cristo una particolare lucentezza.
“Con questa opera ho voluto intrecciare tre elementi della nostra terra con i simboli della Passione di Cristo: l’Ulivo dell’orto del Getsemani, dove Gesù pregò prima di essere consegnato ai soldati e che è anche segno della riconciliazione di Dio con l’umanità dopo il diluvio; la vite che richiama il sangue di Cristo versato nella Passione; la spiga di grano che rimanda al Pane, a Gesù pane spezzato per la salvezza dell’umanità, al chicco di grano che cade nella terra e muore per portare frutto. Ho voluto consegnare quest’opera al Museo Diocesano per condividere con la Chiesa di Lamezia un dono che sono certo viene dall’alto, in quanto sono autodidatta. Cristo Crocifisso nella sua rappresentazione artistica parla a tutti: è l’evento centrale della fede cristiana ma apre gli occhi di tutti, credenti e non, sulle sofferenze umane di ieri e di oggi. Ringrazio il Vescovo Cantafora per aver accolto questo dono e averlo collocato in un contesto spirituale e artistico importante come il Museo Diocesano”.
Un ringraziamento all’artista da parte del Vescovo Luigi Cantafora che ha ricordato come “l’arte in tutti i tempi, abbia rappresentato per la Chiesa il veicolo principale per diffondere il Vangelo. Nel Cristo crocifisso l’artista contempla Gesù che è sceso nel grembo della morte per distruggerla per sempre. Il Crocifisso è il cuore del Cristianesimo. Non è solo un simbolo. Se oggi c’è chi uccide la vita umana, è perché in chi uccide ancora la morte non è stata vinta. Gli artisti come Raffaele che rappresentano la Crocifissione, ci rimandano al cuore della Buona Notizia dell’amore di Dio per l’uomo”.
Soddisfazione dal curatore del Museo Diocesano Paolo Emanuele, per il quale “accogliendo l’opera di Raffaele Mazza, il Museo Diocesano di Lamezia Terme inizia un nuovo percorso. Anche noi come Museo Diocesano abbracciamo la sfida, sollecitata dalla Presidente dell’Associazione Musei Ecclesiastici Italiani Domenica Primerano e dall’ex presidente Monsignor Giancarlo Santi, ad aprire i musei diocesani al contemporaneo. Questo è un primo tentativo a cui ne seguiranno altri, nella consapevolezza che i musei diocesani non sono depositi polverosi destinati ad élites, ma devono essere aperti a tutti e a tutti devono raccontare a tutti una storia, che nel nostro caso è la storia della fede nella nostra comunità diocesana.”
Paolo Emanuele: donazione di un’opera d’arte che entra a far parte del catalogo del museo diocesano lametino. Il Museo diocesano racconta la storia del luogo in cui si trova. Attraverso sculture, dipinti, si racconta la fede nel tempo. Un museo che racconta una storia e instaura un dialogo con i visitatori. Non sono tutti di fede cristiana. L’arte sacra è ispirata, per sua stessa natura racconta la storia della salvezza. Ma al tempo stesso parla a tutti, anche a chi non è cristiano o non è credente. Nuova sfida verso il contemporaneo. Museo Diocesano contemporaneo, abbraccia la sfida. Monsignor Giancarlo Santi, Primerano direttrice musei ecclesiasistici italiani
Affrontare il Museo con un nuovo atteggiamento. Musei non depositi polverosi destinati alle élites culturali. Ma ad altri. Oltre 200 musei diocesani in tutta Italia. Riconosciuti dallo Stato come musei di interesse nazionale un anno fa dal Ministro Franceschini. Partecipazione a una vita culturale più ampia. Aderisce all’associazione nazionale dei musei ecclesiastici italiani. Aprire una sezione di arte contemporanea all’interno del museo per iniziare a raccontare una nuova storia. Costruire una storia oggi per raccontare una storia del passato domani. Centro culturale produttivo Lamezia. Mazza è un esponente riconosciuto nel panorama nazionale. Primo tentativo di arte contemporanea nel Museo Diocesano. Modo migliore per iniziare questo momento di riflessione. Non è stato collocato all’interno del museo diocesano. Questo palazzo accoglie all’ingresso della cappella. Predispone alla preghiera. Sangue, rosso, regalità.
Archivio, biblioteca, un percorso unico
Raffaele Mazza: titolo dell’opera La Passione. Tre elementi di Calabria: ulivo (Getsemani e riconciliazione dopo il diluvio), vite (sangue di Cristo), spiga di grano (pane spezzato, chicco di grano che cade a terra e muore). Tre elementi richiamano la Trinità. Elementi assemblati, 25 piantine di vite, difficoltà di allestimento. Lavorazione a mano, vernici nascono da miscuglio di lucentezza, crudeltà del genere umano piegatura dei chiodi in modo naturale. Mano destra che si chiude nella sofferenza del cuore che trapassa la carne e la mano sinistra che si eleva al padre
Sofferenza umana e dolore innocente. Donazione per condividere con la comunità il mio dono.
Cantafora: l’arte uno dei veicoli più importanti per annunciare il Vangelo. L’arte veicolo della Buona Notizia. Il Crocifisso è realmente il cuore della vita cristiana. E’ lo stipendio che Gesù ha pagato per distruggere la morte. La buona notizia del Vangelo. L’uomo uccide perché non ha vinto la morte. Croce non è un simbolo. E’ il cuore del cristianesimo. Entrare nella morte per ucciderla
Saveria Maria Gigliotti