Lamezia: pentiti su incendio auto brigadiere Bevacqua
3 min di letturaRiceviamo e pubblichiamo una nota inviata dall’avvocato Ramona Gualtieri. Nell’ambito di un processo celebratosi davanti al Tribunale monocratico di Lamezia Terme, nei confronti di due soggetti (Paola Claudio – ritenuto gravitare nell’orbita del clan Giampà – e Cappello Giuseppe) si è discusso della responsabilità di questi per il danneggiamento dell’autovettura di proprietà di un brigadiere dei carabinieri, Bevacqua Vincenzo (costituitosi parte civile con il proprio difensore Avv. Ramona Gualtieri).
Il danneggiamento era stato perpetrato incendiando l’auto del sottufficiale dei Carabinieri.
Nel corso dell’istruttoria sono stati sentiti, anche, i collaboratori di giustizia Torcasio Angelo e Muraca Umberto Egidio, quali parlando del brigadiere Bevacqua hanno così dichiarato.
TORCASIO ANGELO:
“perché diciamo che lui su Lamezia dava tanto fastidio, diciamo nel senso, Bevacqua, nei confronti diciamo di affiliati, a me mi tartassava, mi stava dietro, ai Cappelli, ai Giampà”;
“all’epoca avevo un colloquio con Vincenzo Bonaddio dove Vincenzo Bonaddio mi metteva a conoscenza che i responsabili di questa autovettura era la montagna, Giuseppe Cappello e Trachino Paola, in quanto siccome loro frequentavano una discoteca, Australian Pub, non so Bevacqua era di servizio, non servizio, comunque quando li vedeva gli chiedeva sempre i documenti, li fermava e a loro sta cosa dava fastidio”
“allora il mio punto di riferimento era Vincenzo Bonaddio, Vincenzo Bonaddio si era riservato, dopo poco mi metteva a conoscenza che i responsabili era la montagna, che la macchina l’avevano potuto fare Giuseppe Cappello e Trachino e che il mandante era Saverio”
Chi effettuò materialmente l’incendio? “ma mi ricordo vagamente che mi sembra che era Claudio e Giuseppe, mi sembra ma vagamente non mi ricordo adesso”
Claudio chi? “di soprannome Trachino lo chiamavano, mi sembra che di cognome Paola”
“Poi diciamo Bevacqua non è che mi disse parla con Saverio perché in pratica Bevacqua diceva: io faccio il mio lavoro, se vedo un problema, un posto, come la stessa cosa a me, Bevacqua mi tartassava. Io ho fatto un omicidio il 27 marzo 2006 alle 8 meno 5 ho commesso l’omicidio e alle 08.08 sono andato a casa, alle 08.08 a casa chi c’avevo? Bevacqua”
“Cappello disse che lo aveva fatto perché Bevacqua gli stava sempre dietro e gli stava rompendo”
“ ma io diciamo che a Bevacqua lo conosco dal 2001 quando mi hanno ucciso mio fratello, lo vedevo che tartassava a tutti, conosceva Villella Antonio, amici di mio fratello, e li tartassava e li fermava. Era un Carabiniere scomodo per la criminalità perché faceva il suo lavoro buono, va”
MURACA UMBERTO EGIDIO:
“a titolo informativo posso dire che quello che ho saputo : che l’incendio del Maresciallo Bevacqua era stato fatto da Cappello Saverio e mi diceva da Paola Claudio anche:
“in particolare Paola Claudio nell’occasione in cui mi raccontava del danneggiamento effettuato alla macchina del Carabiniere Bevacqua, auto accusandosi del danneggiamento medesimo commesso tra l’altro in compagnia di Saverio Cappello”
“so che non si comportava tanto bene, dava fastidio a componenti della cosca Giampà e per questo gli è stata incendiata la macchina. Ma è un fatto che si sa cosiddetto nella voce lametina, ecco”.
Avv. Ramona Gualtieri